Mercati: l’inflazione corre in Italia, gli investimenti no. Pesa la scarsa informazione
L’inflazione a livelli record in Italia non fa accelerare gli investimenti, così diminuisce il potere d’acquisto dei cittadini e il valore dei loro patrimoni. Il primo ostacolo sulla strada che li conduce ai mercati finanziari, manco a dirlo, è la scarsa informazione (pesa per il 27%). Il trend è emerso dall’indagine svolta da Moneyfarm sul tema.
L’attuale contesto di elevata volatilità non aiuta di certo i risparmiatori italiani ad avvicinarsi ai mercati, nonostante l’impatto significativo che la costante risalita inflattiva avrà sul carovita e sui risparmi. La guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica hanno, infatti, complicato uno scenario già duramente compromesso dalla crisi delle materie prime: il mese di giugno si è chiuso con un incremento su base annua del dato di inflazione del +8%, contro il +1,3% dello stesso mese del 2021, superando ampiamente le stime, già poco rosee, degli analisti.
Nonostante gli evidenti svantaggi che derivano dal tenere la liquidità ferma sui conti correnti in un periodo in cui il livello dei prezzi è tornato a correre più veloce che mai e nonostante la sempre più ampia gamma di soluzioni di investimento, sia tradizionali che digitali, disponibili sul mercato, la maggioranza degli italiani continua a non investire i propri risparmi. Questo lo sconfortante quadro che emerge da uno studio sul financial wellbeing, il benessere finanziario, condotto sulla popolazione di due Paesi, Italia e Regno Unito, da Moneyfarm, società internazionale di investimento con approccio digitale, insieme a Dectech, società specializzata in studi comportamentali nata alla Warwick University.
Per gli intervistati, i principali ostacoli all’investimento sembrano essere l’insufficienza delle informazioni disponibili sui prodotti finanziari (27%) e la volontà di confrontarsi con un consulente prima di prendere una decisione di investimento (27%). Proprio l’assenza di un rapporto personale diretto con un esperto, in grado di rassicurare i clienti e di migliorare il processo decisionale, rappresenta una delle barriere all’investimento con una piattaforma fai-da-te più frequentemente indicate dagli intervistati (27%), insieme alla rischiosità dei portafogli (18%).
Nella scelta di una soluzione di investimento, un ruolo fondamentale è, inevitabilmente, quello giocato dai costi, che vengono indicati dagli intervistati come barriera all’investimento soprattutto con una piattaforma tradizionale (20%), meno con soluzioni ibride (13%) e ancora meno con un servizio fai-da-te (7%). Il miglior rapporto qualità-prezzo si riflette anche sul tasso di finalizzazione degli investimenti, che risulta maggiore quando l’investimento viene effettuato tramite soluzioni ibride (88%) o tramite piattaforme fai-da-te (85%), rispetto alle più costose forme di investimento tradizionali (75%).