Materie prime, chi si rifornisce (ancora) dalla Russia: Italia sul podio globlale
L’approvvigionamento di mateire prime è senz’altro uno dei temi chiave di questo 2022, segnato da inflazione e guerra. Dopo l’invasione russa in Ucraina, gli annunci sui tagli alle forniture di petrolio e gas per “braccare” l’economia di Mosca non si sono certo fatti attendere. Eppure, ad oggi, sono tanti i Paesi che ancora si riforniscono dalla Russia e sul podio ci siamo proprio noi dell’Italia. Dietro a Germania e Cina. I dati presi in esame, si concentrano sul periodo compreso tra il 24 febbraio e il 4 giugno, ed emergono da un’analisi realizzata da Visual Capitalist sui dati del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA).
In particolare la Russia, dall’inizio del conflitto, al netto di veti e sanzioni varie, ha esportato combustibili fossili come petrolio e gas, per un totale di 97,7 miliardi di dollari. La Cina ha contribuito acquistando materie prime per oltre 13.2 miliardi di dollari, la Germania 12,7 miliardi e l’Italia ha speso ben 7.2 miliardi. Cifre enormi. Poi a seguire in classifica (con numeri più bassi) ci sono anche Olanda, Turchia, Polonia, Francia e India.
Per capire chi dalle parole è passato ai fatti, bisogna guardare invece le percentuali di riduzione dell’import dalla Russia rispetto al periodo pre-guerra. Stati Uniti e Svezia hanno azzerato le forniture e guidano quest’altra classifica con un 100% tondo tondo. L’Italia è invece in fondo alla graduatoria, essendo riuscita a diminuire solo del 13% gli acquisti, la Germania ha fatto ancora meno (8%) e la Cina non ha fatto nessuna riduzione.
Insomma, questo trend dimostra che come sempre, tra dire e il fare c’è di mezzo un mondo. La Russia grazie alle sue materie prime sta continuando a tener botta sul piano economico e l’Europa non sembra avere al momento una strategia alternativa tale da poter rinunciare a queste risorse così importanti per la produttività di Paesi nevralgici come Germania e Italia. Questo è il quadro, e Putin lo conosce benissimo.