Mps-Day, nuova brutta sorpresa: su banca esplode bomba legale da 1,8 MLD. Titolo affonda
Mps “va a tutta velocità nell’esecuzione del piano industriale e sarà impossibile fermare la nostra determinazione”. Così il numero uno di Monte dei Paschi di Siena, il ceo Luigi Lovaglio, nel commentare i conti diffusi dalla banca stamattina. Mps andrà pure a tutta velocità, commenterà qualcuno, e la determinazione sua e del suo AD sono sicuramente indiscutibili. Peccato però che, insieme alla diffusione dei conti, arriva un’altra (ennesima) mazzata sulla testa degli azionisti: si tratta di nuove richieste risarcimento danni per ben 1,8 miliardi, come scritto nero su bianco nel comunicato, che ha reso noti “accantonamenti al fondo rischi e oneri negativi per -78 milioni di euri, dovuti prevalentemente a rischi legali”.
Ovvero? “A riguardo, si segnala che la Banca ha registrato nel secondo trimestre un incremento per circa 1 miliardo di euro di richieste stragiudiziali pervenute da una società di consulenza per conto di investitori istituzionali in relazione alle note vicende relative alle informazioni finanziarie. Si tratta di posizioni palesemente disomogenee sotto più profili, di assoluta indeterminatezza e generiche. All’inizio di agosto è pervenuto un ulteriore reclamo della stessa natura (800 mln di euro) dalla medesima società di consulenza, Anche a detta di consulenti legali della Banca non sussistono le condizioni per l’effettuazione di qualsiasi stima di danno, ciononostante la Banca ha provveduto ad effettuare accantonamenti”.
Nuova bomba legale per Mps, titolo -6% in Borsa
E così è, per la banca la cui sopravvivenza continua a essere garantita dai contribuenti italiani, proprio in vista dell’operazione di aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che dovrebbe rimetterla in carreggiata.
E proprio dopo le notizie di pochi giorni fa: da un lato, l’ok – finalmente – della Commissione Ue alla richiesta del Tesoro, maggiore azionista dell’istituto con una quota del 64% – di continuare a rimanere ancora nel capitale della banca – una proroga non certo gratis che, in tempi di piena campagna elettorale in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre, ha già scatenato la rabbia del leader della Lega Matteo Salvini.Dall’altro, l’accordo sulle uscite e sulle assunzioni raggiunto con la FABi e altre organizzazioni sindacali. Notizie che hanno certificato il progresso del Monte di Stato nella tabella di marcia tracciata, e che ora vengono offuscate dalla nuova stangata legale.
La notizia ha scatenato subito la forte reazione del titolo Mps che è finito in asta di volatilità proprio sulla scia delle ultime notizie, in particolare quella, ovviamente, delle nuove richieste di risarcimento danni. Il titolo ha sofferto un tonfo teorico pari a -6,38% a 0,41 euro.
Lovaglio, atteso al varco dal mercato, ha cercato di rassicurare il mercato, con risultati praticamente nulli (visto il trend del titolo in Borsa), spiegando che le nuove richieste di risarcimento danni sono “lettere con richieste che nella maggior parte dei casi mancano di documentazione, di legittimità e senza nesso causale, in sostanza infondate“. Lettere con richieste che sono state presentate “dalla stessa società di consulenza per conto di alcuni investitori istituzionali. Si tratta di richieste seriali”, ha detto ancora il ceo di Mps, riferendosi a quel nuovo conto da pagare che ammonta a 1,8 miliardi di euro. “Richieste estremamente dubbie, talmente dubbie da non giustificare quasi degli accantonamenti da parte della banca“, motivo per cui “abbiamo dato mandato ai legali perché possano proteggere gli interessi della banca”.
Ma è bastata la nuova bomba scoppiata sulla testa di Mps per affossare l’umore depresso di chi vede la banca senese come l’emblema di una Italia che rimane impantanata in eterno nei suoi guai. Questo, nonostante tutto l’impegno di Lovaglio a mettere in evidenza i fattori positivi.
Come il fatto che siano trascorsi solo 40 giorni dalla presentazione del piano e che in questo arco temporale “c’è stato l’accordo con il sindacato per uscite volontarie, la cessione dei deteriorati, il via libera di DgComp, e la richiesta alla Bce per l’assemblea di settembre”. Mica poco.
Mps e aumento capitale: si amplia consorzio garanzia banche
Tra l’altro, sempre oggi è arrivata la notizia dell’ingresso nel consorzio di garanzia per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, -previsto dal piano industriale 2022 – 2026 e comunicato al mercato in data 23 giugno 2022 – di altre banche: si tratta di Banco Santander S.A., Barclays Bank Ireland PLC, Société Générale e Stifel Europe Bank AG che, in qualità di Joint Bookrunners, si sono unite a BofA Securities Europe SA, Citigroup, Credit Suisse e Mediobanca –Banca di Credito Finanziario S.p.A. (in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners).
A tal proposito, nel corso della conference call con gli analisti il direttore finanziario cfo di Mps, Andrea Maffezzoni, ha affermato che l’ampliamento del consorzio di garanzia ad altre quattro banche “testimonia l’interesse sul mercato nei confronti della nostra banca. I termini e le condizioni di questo accordo che è stato esteso a queste quattro banche sono gli stessi di quelli annunciati il 23 giugno con il piano industriale. Si tratta di condizioni standard che sono perfettamente in linea con operazioni comparabili in passato”.
Mps e aumento capitale: assemblea straordinaria il 15 settembre
Per quanto riguarda l’altra novità, il riferimento è alla convocazione dell’assemblea straordinaria degli azionisti, in data 15 settembre, per l’approvazione dell’operazione di ricapitalizzazione della banca senese da 2,5 miliardi di euro.
Tornando ai conti di Mps, stamattina la banca senese ha annunciato che, nel primo semestre del 2022 nel primo semestre del 2022, l’utile di periodo di pertinenza della Capogruppo è ammontato a 27 milioni di euro, a fronte di un utile di 202 mln di euro conseguito nel primo semestre 2021.
Il risultato del secondo trimestre (pari a +18 mln di euro) è risultato in crescita rispetto al trimestre precedente (pari a +10 mln di euro).
Mps ha precisato comunque che il confronto sul primo semestre 2021 risente di alcune poste registrate nel primo semestre 2021, tra cui il maggior contributo dalla cessione di titoli e di quello derivante dalla valutazione delle DTA, nonché del miglioramento delle coperture dei crediti deteriorati avvenuto nel corso dei primi due trimestri del 2022.
Al 30 giugno 2022 il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 1,522 miliardi di euro, in calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa della diminuzione degli altri ricavi della gestione finanziaria, che scontano in particolare minori utili derivanti dalla cessione dei titoli, un minore risultato della negoziazione e un minor contributo generato dalle partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA. Al netto del minor contributo derivante dalla cessione dei titoli, i ricavi sono cresciuti del 2,8% rispetto alla prima metà del 2021.
Il margine di interesse è salito del 12,8% su base annua a 660 milioni di euro,, sempre nel secondo semestre, mentre le commissioni nette al 30 giugno 2022, pari a 728 mln di euro, sono risultate in calo rispetto a quelle consuntivate nello stesso periodo dell’anno precedente in ragione dell’elevata volatilità di mercato, che ha portato a minori proventi sulla gestione del risparmio, principalmente per le minori commissioni sul collocamento prodotti, mentre le commissioni generate dallo stock si sono confermate stabili.
I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni sono ammontati a 25 milioni di euro, in calo di 30 mln di euro rispetto al 30 giugno 2021, a seguito dei minori proventi generati dalla partnership con le partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA in ambito Bancassurance. Il contributo del secondo trimestre 2022 è risultato in calo di 3 milioni di euro rispetto al trimestre precedente, sempre per un minor apporto dei proventi generati dalle partecipazioni assicurative nelle società collegate AXA, nonostante il dividendo relativo alla partecipazione in Banca d’Italia per un importo di 9 milioni di euro.
Al 30 giugno 2022 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi è risultato pari a circa 5,8 mld di euro, in flessione di 169 mln di euro rispetto al 31 marzo 2022 per effetto del decremento delle riserve da valutazione solo in piccola parte compensato dal risultato del trimestre.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 30 giugno 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio phased-in si è attestato all’11,7% (rispetto all’11,6% del 31 marzo 2022 e al 12,5% di fine 2021) e il Total Capital Ratio è risultato pari a 15,4% (rispetto al 15,3% del 31 marzo 2022 e al 16,1% di fine 2021).
Il totale finanziamenti clientela deteriorati del gruppo al 30 giugno 2022 è risultato pari a 4,1 mld di euro in termini di esposizione lorda, in lieve aumento rispetto al 31 marzo 2022 (pari a 4,0 mld di euro), valore che scende a 3,2 mld di euro, in calo del 25% anno su anno, tenuto conto dell’operazione di cessione appena finalizzata, col rapporto fra crediti deteriorati lordi e crediti totali (NPE ratio) pari al 3,9% proforma, in calo di 100 punti base rispetto al 30 giugno 2021.
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Al 30 giugno 2022 l’esposizione netta in termini di finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo si è attestata a 2,0 mld di euro, sostanzialmente stabile rispetto al 31 marzo 2022 (pari a 2,0 mld di euro) .
Al 30 giugno 2022 la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 51,8%, in aumento rispetto al 31 marzo 2022, quando era pari al 50,8%. La percentuale di copertura proforma per l’operazione di cessione appena finalizzata si attesta al 45,6%, pressoché al livello dello scorso anno.
Aumento capitale, Lovaglio: non prevediamo più contributo Mef
Tornando alle prossime tappe della tabella di marcia di Mps, la banca ha annunciato che, per l’appunto, l’operazione, sotto forma di aumento di capitale, sarà sottoposta alle deliberazioni dell’Assemblea dei Soci convocata per il 15 settembre prossimo.Nella call con gli analisti Lovaglio ha rimarcato che “le condizioni per l’aumento di capitale devono essere condizioni di mercato” per cui “non prevediamo che il Mef possa incrementare il contributo” rispetto a quella che è la sua attuale quota nel capitale, pari al 64,2%. Il ceo ha aggiunto che “nonostante le difficile condizioni di mercato procediamo e facciamo il possibile per arrivare nelle condizioni migliori all’aumento di capitale”.
L’Assemblea potrà tenersi solo a seguito del positivo completamento dell’iter autorizzativo attualmente in corso con la Bce. Per quanto attiene alle valutazioni di DG Comp, il 2 agosto scorso il MEF ha comunicato che la suddetta Autorità ha approvato la revisione degli ‘Impegni’ che erano stati assunti dalla Repubblica italiana al fine di consentire, ai sensi della normativa eurounitaria e italiana, la ricapitalizzazione precauzionale della Banca nel 2017, e che gli impegni rivisti sono coerenti con gli obiettivi del Piano Industriale 2022-2026. Per quanto concerne l’esecuzione dell’operazione, come già citato, il MEF ha confermato la disponibilità, a ‘supportare le iniziative sul capitale che la Banca assumerà per il rafforzamento patrimoniale nel quadro del Piano Strategico 2022-2026 (…), per la quota di propria competenza a condizioni di mercato e nel quadro delle prescrizioni che dovessero essere stabilite dalle Autorità di vigilanza e di controllo’