Piazza Affari: la settimana riparte con taglio outlook italiano da Moody’s. Per Mef “decisione opinabile”
Piazza Affari riparte questa mattina con la bocciatura di Moody’s che ha confermato venerdì a mercati chiusi il rating sull’Italia a ‘Baa3’, ma ha abbassato l’outlook a ‘negativo’ da ‘stabile’. “Ci sono delle nuvole all’orizzonte”, aveva avvertito qualche giorno fa il premier Mario Draghi al termine del consiglio dei Ministri che aveva dato il via libera al Dl Aiuti bis e nubi all’orizzonte vede anche l’agenzia di rating Usa.
“Nonostante la crescita e gli sviluppi fiscali hanno riservato sorprese positive nel 2021 e all’inizio del 2022, sussistono rischi materiali sulle prospettive di crescita legati all’esecuzione del Pnrr e alle forniture energetiche”, avverte Moody’s che aggiunge: “La fine del governo Draghi lo scorso 21 luglio e le elezioni anticipate del prossimo 25 settembre 2022 (anticipate rispetto alla primavera 2023) aumentano l’incertezza politica, con sullo sfondo un contesto economico e di mercato difficile”.
Una decisione, quella di Moody’s di abbassare le prospettive sul rating italiano, che il ministero dell’Economia e delle Finanze, definisce “opinabile”. “Sebbene il peggioramento dell’outlook, come noto, non anticipi necessariamente un imminente abbassamento del rating e segnali semmai una fase di monitoraggio che può perdurare anche per molti mesi, la decisione appare opinabile – si legge nella nota del Tesoro -. Pur in un momento di rallentamento congiunturale e di tensioni geopolitiche a livello internazionale, accompagnato dall’incertezza relativa alle elezioni politiche del 25 settembre, le condizioni economiche dell’Italia non giustificano tale orientamento”. Dal Mef sottolineano poi che “superata la fase più acuta della crisi economica causata dalla pandemia, l’Italia ha conseguito tassi di crescita del PIL fra i più elevati dell’Unione Europea. Dopo il 6,6 per cento registrato lo scorso anno, la crescita annuale acquisita del PIL per il 2022 è pari al 3,4 per cento, superiore alle previsioni elaborate in aprile nel Def”. Quanto al debito, nel 2021 l’indebitamento netto è sceso significativamente e in misura superiore alle attese. Sempre dal Tesoro hanno ricordato che nei primi sette mesi dell’anno il fabbisogno del settore statale è stato pari a 34,4 miliardi, in miglioramento di circa 45 rispetto allo stesso periodo del 2021; si è fortemente ridotto anche al netto delle sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility (10 miliardi). Dopo essere sceso di 4,5 punti percentuali nel 2021, al 150,8 per cento, anche quest’anno il rapporto debito/PIL è atteso diminuire in misura significativa.