Mps si infiamma in Borsa, rally oltre +18%. Meloni e la proposta sull’aumento di capitale
Mps e l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro da fare per continuare ad andare avanti.
Negli ultimi giorni sono arrivate diverse indicazioni cruciali; il sì della Bce alla operazione di ricapitalizzazione della banca e, più di recente, le indiscrezioni riportate dall’Ansa sulla partecipazione all’aumento da parte di Anima Holding. Quest’ultimo rumor ha messo il turbo al titolo Monte dei Paschi di Siena che, nella sessione di venerdì, ha chiuso con un rally pari a +6,85%, a 0,3560 euro.
Oggi la corsa a Piazza Affari continua, con le quotazioni che, in avvio di seduta alla borsa di Milano, hanno puntato subito verso l’alto, con un rally del 6%, per poi schizzare fino a oltre +18% circa.
“Anima Holding, società di gestione del risparmio, potrebbe mettere sul piatto una cifra compresa tra i 150 e 250 milioni di euro, viene confermato all’ANSA in ambienti finanziari”, ha riportato l”agenzia di stampa, aggiungendo che “il sostegno di Anima è subordinato al rafforzamento della partnership commerciale con Siena nel risparmio gestito, in scadenza nel 2030, e potrebbe rappresentare un contributo importante alla riuscita di una ricapitalizzazione che si prospetta molto impegnativa”. Molto impegnativa, vista la cifra di di 2,5 miliardi di euro .
Ma oltre all’effetto Anima c’è anche quello delle parole del ceo di Mps Luigi Lovaglio che, in una intervista rilasciata a MF, si è così espresso: “MPS ha un enorme potenziale e farà emergere in modo risolutivo il proprio valore, fondato su un modello di business a basso assorbimento di capitale e con fondamentali solidi, Ci sono almeno tre buone ragioni per crederci: l’eccellenza del network, con una forte presenza delle filiali su tutto il territorio, la qualità dei ricavi con un livello di commissioni superiore al margine di interesse e una best in class challenger bank, Widiba”.
Il Mef ha confermato il proprio impegno in base alla quota che detiene in Mps, equivalente al 64% circa: il che significa che il Tesoro dovrebbe iniettare 1,6 miliardi di euro circa.
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Nelle ultime ore si sta parlando anche del ‘piano’ di Fratelli d’Italia. Che vorrebbe rimandare l’operazione di aumento di capitale.
Così ha detto di fatto il consigliere economico della leader del partito Giorgia Meloni, Maurizio Leo, interpellato da Bloomberg:
“E’ un momento difficile ed è meglio aspettare il nuovo governo. Quella del Monte dei Paschi è un’operazione importante, che deve tutelare sia i posti di lavoro sia un asset strategico per l’economia italiana”.
Con un governo di centrodestra, la strategia di Mps cambierà di nuovo? In teoria, l’operazione di aumento di capitale dovrebbe iniziare alla metà di ottobre, qualche settimana dopo le elezioni politiche del 25 settembre, che vedono il centro destra in vantaggio.
Bloomberg fa notare che, in base ai meccanismi della politica italiana, i vari partiti non riuscirebbero a formare un nuovo governo entro la metà di ottobre, periodo a partire dal quale la banca guidata dal ceo Luigi Lovaglio ha pianificato il via all’aumento di capitale.
Lo scorso martedì, il titolo Mps è crollato al nuovo minimo record, dopo alcune indiscrezioni secondo cui le banche del consorzio di garanzia starebbero facendo pressioni sulla banca affinché posticipi l’operazione addirittura all’anno prossimo.
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In un’intervista rilasciata all’inizio di luglio a MoltoEconomia de Il Messaggero, Lovaglio aveva rimarcato la necessità di Mps di varare un aumento di capitale il prima possibile, lasciando intendere che qualsiasi eventuale operazione di M&A, necessaria affinché quella privatizzazione della banca che è diventata quasi utopia si concretizzasse, permettendo l’uscita dello Stato dal ruolo di maggiore azionista, sarebbe avvenuta solo dopo la ricapitalizzazione dell’istituto senese.
“Il nostro obiettivo primo è restituire alla banca il valore che merita, diventando così oggetto di attenzione per gli investitori quando lanceremo l’aumento di capitale. Poi, al momento opportuno, ci potremo sedere al tavolo con pari dignità rispetto a coloro che vorranno avviare un dialogo sulla base di un progetto di crescita da proporre agli azionisti”, aveva detto Lovaglio.
Ma con un nuovo governo il futuro di Mps verrà (di nuovo) messo in discussione Mps?
Le parole del consigliere economico di Giorgia Meloni lo lasciano intendere. Un articolo di Formiche.net ha così commentato giorni fa il dossier Monte dei Paschi.
“Qui la faccenda è più delicata, perché c’è di mezzo una ricapitalizzazione da 2,5 miliardi, coperta per 1,6 miliardi dallo Stato azionista al 64% e il resto dal mercato che però ancora non ha mandato quei segnali così rassicuranti, al punto da immaginare un aumento di capitale in più fasi, proprio perché manca ad oggi la certezza della seconda gamba dell’operazione. Ad oggi le posizioni del centro destra su Mps non sono molto definite e chiare, anche se come raccontato da Formiche.net poche settimane fa, il voto di fine mese è molto più di un’incognita per il futuro della banca. Di sicuro, gli ospiti sgraditi, una volta ricapitalizzata Siena e aperta la stazione delle nozze, sarebbero per il centro destra le grandi banche francesi, Crèdit Agricole su tutte (che ha già messo le mani sul Creval), pronte ad azzannare Mps, infilandosi nella corsa per rilevare la banca”.
Ma non solo Fratelli d’Italia, anche le banche del consorzio di garanzia per l’aumento di capitale di Mps vorrebbero che la banca rimandasse l’operazione.
Così si legge nella nota odierna di Equita SIM:
“Diversi articoli di stampa nel weekend tornano sul tema dell’aumento di capitale di Mps e in particolare sul ruolo che potrebbero avere gli anchor investors per la sua realizzazione. In particolare varie fonti confermano la disponibilità di Anima ad intervenire in aumento di capitale con 150-250 milioni, intervento che tuttavia sarebbe subordinato al rafforzamento della partnership commerciale in essere (estensione del contratto, rafforzamento delle garanzie)” Equita SIM riporta anche i principali spunti dall’intervista al ceo di Mps, Luigi Lovaglio, su MF:
- Con l’implementazione del piano industriale, che incorpora solo in minima parte il beneficio del rialzo dei tassi sul margine di interesse, Mps sarà in grado di generare una redditività sostenibile e godrà di significativa attrattività in ottica di consolidamento del settore bancario.
- L’avvio dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi è previsto entro metà ottobre dopo l’approvazione del prospetto da parte di Consob.
- Lovaglio si è detto fiducioso di realizzare l’obiettivo di uscite volontarie (3500) entro fine novembre.
- Confermato l’interesse a trattare con anchor investor ai fini dell’esecuzione dell’aumento di capitale.
Il dossier Mps viene affrontato anche da un articolo pubblicato oggi dall’Economia, inserto del Corriere della Sera, firmato da Stefano Righi.
Focus sempre sull’operazione di aumento di capitale, in vista dell’assemblea degli azionisti di giovedì 15 settembre, che dovrà dare l’ok al piano di ricapitalizzazione da 2,5 miliardi. Stefano Righi scrive che l’operazione di rafforzamento – che dovrebbe essere per l’appunto lanciata alla metà di ottobre – dovrebbe poi concludersi il 12 novembre. Riferendosi al trend del titolo. Righi sottolinea che “l’azione Monte dei Paschi negli ultimi quindici anni ha rappresentato una straordinaria storia di distruzione di capitale”.
Basti pensare, viene messo in evidenza dall’articolo, che “a valori rettificati, che considerano cioè i consistenti aumenti di capitale intercorsi, il titolo Mps che in Borsa oggi si aggira sui 30 centesimi di euro il 12 ottobre 2007 toccò un massimo di 7.932,39 euro”.