Inflazione lega le mani alla Fed nel breve, ma presto corsa dei prezzi potrebbe rallentare
L’inflazione negli Stati Uniti scende, ma meno del previsto e va a deprimere l’umore degli investitori. Si rafforza infatti la probabilità di un nuovo maxi-aumento dei tassi da parte della Fed.
Inflation Report di agosto
L’inflazione USA segna un +8,3% annuo ad agosto rispetto al +8,5% di luglio. Il consensus era per un rallentamento più marcato a +8,1%. La componente core è inoltre balzata del 6,3% su base annua, rafforzandosi rispetto al +5,9% di luglio, oltre il +6,1% stimato.
A caldo i mercati hanno reagito male all’Inflation Report con i maggiori indici di Wall Street che indietreggiano del 2% circa sulle attese di una Fed ancora aggressiva nell’aumentare i tassi.
“I prezzi della benzina hanno ridotto l’inflazione complessiva all’8,3% su base annua, ma si è trattato di un calo minore del previsto poiché i prezzi di alloggi, spese mediche e veicoli hanno aumentato il tasso di riferimento al 6,3% dal 5,9%. Ciò sostiene fermamente un aumento del tasso di 75 pb la prossima settimana e il mercato ora prevede un tasso terminale nell’intervallo 4-4,25%”, commenta James Knightley, chief international economist di Ing.
Cosa potrebbe rallentare la corsa dei prezzi
Ci sono allo stesso tempo forti ragioni per un forte calo dell’inflazione. “Con il peggioramento delle prospettive per il mercato immobiliare, prevediamo un calo dei prezzi delle case nei prossimi 6-12 mesi, il che contribuirà a deprimere le componenti degli affitti (che costituiscono un terzo del paniere di inflazione)”, argomenta Knightley, che aggiunge: “Nel frattempo, anche i miglioramenti della catena di approvvigionamento e la riduzione dei prezzi delle auto usate saranno fattori chiave che contribuiranno a rallentare l’inflazione il prossimo anno. Aggiungiamo i prezzi delle materie prime più deboli, i margini ridotti e gli effetti della forza del dollaro e vediamo ancora una forte possibilità che l’inflazione raggiunga il 2% entro la fine del 2023”.