Crisi gas, Stellantis produrrà energia nei suoi impianti e valuta anche altre mosse per ridurre consumi
Per far fronte alla crisi del gas nel lungo termine potrebbero non bastare risparmi e stoccaggi. Per questo motivo, mentre i prezzi della commodity salgono e i governi pianificano potenziali misure di razionamento, Stellantis, multinazionale automobilistica nata dalla fusione tra FCA e PSA, sta valutando di internalizzare l’approvvigionamento energetico producendo direttamente in house, nei propri stabilimenti europei, l’energia utile al processo produttivo.
Lo ha annunciato Carlos Tavares, AD di Stellantis, al Salone dell’Auto di Detroit, che ha riaperto i battenti dopo tre anni di assenza in una modalità molto più sobria.”Disporremo significativi investimenti per produrre energia nei nostri impianti. Lo decideremo nelle prossime settimane, se non nei prossimi giorni. Abbiamo in cantiere una serie di iniziative da concretizzare in caso di carenza di gas e saremo in grado di adattarci“.
L’AD della seconda casa automobilistica europea ha poi paragonato la situazione contingente agli sforzi della comunità imprenditoriale per riprendersi dopo che il terremoto più potente mai registrato in Giappone ha innescato uno tsunami devastante nel 2011. “Alcune di queste cose possono essere in Europa come lo erano in Giappone in quel momento“, ha detto Tavares.
Tra le altre misure del piano di emergenza allo studio da Stellantis vi è anche lo stop della produzione negli orari di punta dei consumi, la riprogrammazione del lavoro spalmato nel fine settimana, il lavoro a distanza aiuterebbe così come l’installazione di pannelli solari, dato che l’azienda dispone di ampie aree che possono facilmente accoglierli.
“Gli investimenti nella propria solare sarebbero una soluzione parziale alla crisi energetica. Detto questo, non abbiamo alcuna visibilità sull’impatto sui margini del Gruppo in Europa. Costi energetici (e potenziale carenza) in Europa restano una preoccupazione per il settore in quanto una riduzione delle fonti energetiche può rappresentare un vincolo nella supply chain che ha un impatto diretto sulla produzione automobilistica nella regione”, argomentano gli analisti di Mediobanca Securities.