Wall Street: futures Usa cercano di resistere ad ansia Fed e minacce Putin. Powell atteso al varco
Futures Usa cercano di resistere all’ansia per l’annuncio della Fed sui tassi, che arriverà nella giornata di oggi, alle 20 circa ora italiana, e all’effetto del discorso proferito dal presidente della Russia Vladimir Putin. Alle 13 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones salgono dello 0,33%; i futures sullo S&P 500 avanzano dello 0,30%, mentre quelli sul Nasdaq mettono a segno un rialzo dello 0,12%
Putin ha agitato ulteriormente l’ascia di guerra contro l’Ucraina e l’intero Occidente, annunciando di aver ordinato la prima mobilitazione (che sarà parziale) in Russia dalla Seconda Guerra Mondiale, richiamando i militari della riserva: 300.000 dovrebbero essere i riservisti richiamati.
Esclusi i militari di leva, stando a quanto ha riferito il ministro della Difesa Serghei Shoigu, in base a quanto riportato dall’agenzia Tass.
Con il suo discorso, Putin ha avvertito l’Occidente di essere pronto all’utilizzo delle armi nucleari, sottolineando che chi sta cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia scoprirà che le carte in tavola possono essere ribaltate.
Le parole di Putin, che ha aggiunto che i territori dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per annettersi alla Russia hanno il “sostegno” della Russia, hanno scatenato le vendite sulla borsa di Mosca: l’indice Mosco Stock Exchange (indice MOEX) è crollato fino a -10%, riportando forti perdite per la seconda sessione consecutiva.
La minaccia del nucleare ha innescato la corsa dei prezzi del gas e, anche, del dollaro, con il Dollar Index al record degli ultimi 20 anni, grazie alla sua natura di valuta rifugio, che lo riporta sopra la soglia di 110 punti.
Il cambio eur/usd scambia sotto la parità in area 0,99 con un calo fino a -0,66%. Corsa anche dei prezzi del petrolio, schizzati dopo il discorso di Vladimir Putin fino a +3% circa.
Alle 13 circa ora italiana, il WTI di New York balza del 2,6% oltre quota $86 al barile, mentre il Brent fa +2,7% poco al di sotto dei $93 al barile.
Altro effetto è stato il dietrofront dei tassi dei Treasuries Usa dopo i record testati nelle ultime ore.
Ieri nuova fiammata dei rendimenti dei titoli di stato Usa, con quelli a due anni volati fino al 3,99%, nuovo record dal 2007, e i rendimenti decennali schizzati fino al 3,6%, valore più alto dal 2011. Oggi i tassi dei Treasuries Usa a due anni scendono al 3,984%, mentre i rendimenti decennali Usa arretrano al 3,54%.
Tornando alla Fed, il consensus degli analisti prevede per oggi una stretta monetaria di 75 punti base per la terza volta consecutiva. Lo scorso 27 luglio la Fed ha alzato i tassi sui fed funds di 75 punti base, per la seconda volta consecutiva, a conferma della sua lotta contro l’inflazione galoppante negli Stati Uniti.
Con il suo secondo rialzo consecutivo di 75 punti base, Powell & Co hanno portato i tassi sui fed funds Usa nel nuovo range compreso tra il 2,25% e il 2,5%, al record dalla fine del 2018.
Ieri vendite a Wall Street, con il Dow Jones Industrial Average in flessione di 313,45 punti (-1,01%), a 30.706,23. Lo S&P 500 ha perso l’1,13% a 3.855,93 e il Nasdaq Composite è scivolato dello 0,95% a quota 11.425,05. Focus sul rafforzamento del Dollar Index, al di sopra dei 110 punti.