Mercati e guerra, inflazione e tassi: ecco i fattori che influenzano le decisioni dei family office
Le forze di mercato non sono gli unici fattori che influenzano le decisioni di investimento dei family office. Così emerge dall’ultimo sondaggio SFO di Credit Suisse secondo cui, oltre a dover gestire una volatilità di mercato senza precedenti e un’incertezza economica innescata dalla pandemia globale in corso, i family office devono prendere decisioni d’investimento che sono influenzate anche dagli effetti a catena della guerra in Ucraina, dal ritorno dell’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse.
2022 SFO Survey Report di Credit Suisse
I risultati del sondaggio hanno mostrato anche che le due sfide principali per i Single Family Office consistono nell’implementare la giusta strategia d’investimento e nel raggiungere gli obiettivi di rendimento annuali. Il 54% degli intervistati ha indicato la strategia d’investimento e l’asset allocation come una delle tre principali sfide, mentre il 47% il raggiungimento di obiettivi di rendimento annuali.
Le differenze regionali appaiono evidenti quando si tratta di capire chi prende le decisioni. In Asia il 61% ha dichiarato che le decisioni d’investimento vengono prese da determinati membri della famiglia, una percentuale che in Europa scende al 39%. Per contro, il 50% degli SFO in Europa dichiara di avvalersi di comitati d’investimento strutturati, a fronte del solo 17% in Asia.
Per oltre la metà degli SFO (53%) è difficile includere la successiva generazione nel processo decisionale e nella gestione del trasferimento della ricchezza. Inoltre, un quarto (26%) ha indicato che i rapporti all’interno della famiglia rappresentano una sfida di business significativa.
I membri più giovani della famiglia sono spesso orientati a idee e obiettivi ispirate a uno scopo, in particolare la sostenibilità, l’innovazione e la trasparenza. In alcuni casi, però, non hanno alcuna voce in capitolo (31%). In media negli ultimi due anni ogni SFO intervistato ha riportato di essere stato coinvolto in sette transazioni private. Un tale forte interesse può derivare dal fatto che la ricchezza della famiglia proviene spesso da un’impresa familiare privata.
Inoltre, dalla survey emerge che quando si tratta di individuare buoni affari, due terzi dichiarano di ricorrere alle conoscenze personali come fonte primaria e il 42% dichiara di utilizzare fondi di private equity o venture capital. Il momento da loro preferito per partecipare a un affare è la fase iniziale: il 68% degli SFO indica una partecipazione a finanziamenti di serie A e B. I tre settori principali sono le tecnologie innovative (in particolare FinTech e BioTech), il settore informatico e quello immobiliare.
Infine uno sguardo alla sostenibilità. Dalla survey inoltre emerge che i criteri ESG possono non esercitare ancora un’influenza determinante sulle strategie d’investimento degli SFO: poco meno della metà degli intervistati (45%) dichiara di non destinare fondi a investimenti sostenibili.
Le ragioni indicate per cui non si persegue un investimento sostenibile sono che non fa parte della strategia della famiglia (23%), ha performance difficili da misurare (20%) e rendimenti più bassi (11%).