Settimana corta a parità di stipendio, Intesa Sanpaolo ci prova. Ecco le condizioni
A lavoro quattro giorni a settimana avendo così una giornata libera in più. Questa la proposta di Intesa SanPaolo ai sindacati, nell’ambito dello smart working. La banca guidata da Carlo Messina ha presentato ai sindacati Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, una proposta di rimodulazione dell’attività lavorativa: quattro giorni a settimana di lavoro, aumentando a 9 le ore giornaliere e mantenendo gli stipendi attuali. Il giorno libero sarebbe a scelta del lavoratore. La proposta della settimana lavorativa corta presentata da Intesa non coinvolgerebbe tutto il personale ma soltanto quello degli uffici.
Il gruppo Intesa Sanpaolo, al 30 giugno contava 96.723 dipendenti, 74.265 dei quali in Italia, nelle trattative è rappresentato dal responsabile direzione affari sindacali e politiche del lavoro, Alfio Filosomi. La decisione è attesa per domani anche se ai rappresentanti sindacali non piace l’idea di rivolgere la proposta solo ai dipendenti degli uffici e non delle filiali. Ciò nonostante, alle sigle l’idea dei quattro giorni lavorativi piace: serve trovare un punto d’incontro.
“Intesa Sanpaolo non ha studiato proprio niente: perché è previsto dal contratto nazionale di lavoro dei bancari sia l’utilizzo della settimana corta sia lo smart working regolamentato in sede aziendale. Quindi, Intesa Sanpaolo sta applicando una norma del contratto nazionale già definita da tempo”. Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da Radio Capital. “Se l’accordo si farà, dovrà tener presente che non ci può essere discrezionalità totale da parte dell’azienda nel concederlo e non ci può essere neanche soltanto un tema di risparmi di costi energetici che dall’azienda viene trasferita al lavoratore nel momento in cui si lavora soltanto quattro giorni a settimana invece di cinque”, aggiunge Sileoni. “La norma del contratto nazionale può essere applicata a livello aziendale nell’ambito delle trattative sindacali. Non è una novità. Invito le altre aziende bancarie – prosegue il segretario generale della Fabi – a un confronto col sindacato. È un importante passo in avanti se si raggiunge l’obiettivo di assicurare più benessere alle lavoratrici e ai lavoratori per poterli far rendere meglio durante la giornata lavorativa. Il giorno di lavoro deve essere concordato tra l’azienda e il lavoratore”. Secondo Sileoni, “bisogna comunque valutare tutto fino in fondo anche tenendo conto che lavorare un’ora e mezza in più al giorno può rappresentare un appesantimento non compensato dal giorno libero in più. Deve essere data comunque la possibilità a tutti i lavoratori di poterlo scegliere volontariamente mentre a oggi, siamo ancora in trattativa con Intesa, non è così”.