Savona (Consob): dalla blockchain al metaverso, ovvero la vita reale si trasferisce nel virtuale
Dopo aver fatto largo uso di Internet, ma non ancora dell’Internet delle Cose o degli Oggetti (IoT nell’acronimo inglese), l’orizzonte tecnologico già si sposta in avanti. Il ritardo con cui ci muoviamo verso la frontiera virtuale in espansione ha un vantaggio: lascia aperta la possibilità di recepire le innovazioni che vanno sotto il nome di metaverso. Così il presidente di Consob Paolo Savona, intervenendo ad un seminario sul tema Financial regulatory and supervisory authorities facing the metaverse”, organizzato dalla CONSOB in collaborazione con la Luiss.
Il numero uno dell’Autorità di vigilanza dei mercati finanziari ricorda le parole di Caroline Pham, autorevole membro della US Commodity Futures Trading Commission dopo una brillante carriera nel settore privato, nel corso del Convegno Eurofi tenutosi a Praga agli inizi di settembre scorso.
L’impatto sugli affari è stimato nell’ordine di 5 trilioni di mld di dollari entro il 2030, ma, dice la Pham, è qualcosa di più di “un business reale nel mondo virtuale” è “la nostra vita futura”, che “crea una nuova dimensione della società e della comunità che si materializza come una rete di menti umane, non più operanti sulla terra”. Nel campo specifico dei servizi finanziari, il metaverso è la base per una gestione tra diverse monete, incluse le cryptocurrency (comprese quelle “native”, necessarie per entrare nel sistema), usate per prestiti ipotecari e affitti di immobili, finanziamenti di progetti e investimenti di risparmi, concessioni di garanzie e, più in generale, finanziarizzazione di ogni bene fisico. Questo mondo variegato, afferma la Pham, pone altrettante sfide ai regolatori, sollevando la necessità di definire una metaeconomics (o economics with metaverse) che va al di là di un’economics with cryptocurrency; essa è tutta da pensare, perché va riesaminato il funzionamento del mercato e delle sue istituzioni, soprattutto per ricondurre ciò che sta accadendo entro un habitat “legale” al quale i risparmiatori possano fare riferimento per le loro scelte, ponendo fine alle suggestioni provenienti da operatori che solo un eufemismo induce a chiamare intraprendenti”. In questa agenda di lavori per tutti, occorrerà chiarire se siano concepibili una regolazione e una sorveglianza tecnologicamente neutrali, come si continua inspiegabilmente a insistere che possano essere attuate. La forza o la debolezza del metaverso dipendono anche dalle tecnologie usate e dal loro evolversi, ed è perciò che i regolatori si devono dotare di conoscenze e strumenti sufficienti per vigilare in tempo reale e in modo continuativo.