Smart working quanto mi costi, ecco il calcolo del salasso per chi lavora da casa
È stata la pandemia di Covid 19 a farci conoscere lo smart working. Utilizzato per contrastare l’espandersi della pandemia e permettere, laddove fosse possibile, alle aziende di continuare a lavorare: oggi potrebbe diventare, di nuovo, uno strumento indispensabile per molte aziende. Questa volta per contrastare il caro energia.
I costi di luce e gas potrebbero indurre molti datori di lavoro a tornare ad utilizzare lo smart working, anche in quelle situazioni dove non era più attuato. La crisi energetica, in estrema sintesi, potrebbe portare molte imprese a far ricorso allo smart working per cercare di risparmiare: i lavoratori resterebbero a casa e le sedi verrebbero chiuse, laddove è possibile farlo. Una scelta del genere, però, quanto peserà sulle tasche dei lavoratori? Lavorare da casa, senza dubbio, comporterà un aumento delle bollette. Ai dipendenti converrà realmente il telelavoro? Stando alle prime stime sembrerebbe proprio di no, perché lavorando da casa la bolletta potrebbe aumentare fino ad 800 euro ogni anno. Ma cerchiamo di entrare un po’ di più nel dettaglio.
Smart working: maggiori costi per i lavoratori
È inutile negarlo: lavorare da casa comporta un aumento dei costi aggiuntivi per l’utilizzo degli strumenti necessari per svolgere il proprio lavoro. Nel caso in cui in una famiglia ci siano due lavoratori in smart working e, considerando che entrambi svolgono la propria attività nell’arco di otto ore ogni giorno lavorativo, i consumi giornalieri potrebbero aumentare di un range compreso tra 0,20 e 0,40 kw al giorno. Economicamente parlando, siamo davanti ad una spesa di circa 10 centesimi ogni giorno.
Questi costi si dovranno, poi, sommare anche a quelli dell’utilizzo del router: arriviamo, quindi, a circa 12 centesimi più ogni giorno. Un totale di circa due euro in più ogni mese. A fare la differenza, però, ci sono anche le altre spese, come le luci, il riscaldamento ed il condizionatore.
Consumi in aumento
A stimare di quanto possano aumentare i consumi dei lavoratori da casa ci ha pensato anche Altroconsumo. L’associazione ha preso in esame due tipi diversi di opzioni: da una parte una famiglia con due persone, senza figli, e con riscaldamento autonomo. Dall’altra una famiglia con tre persone, e quindi con un figlio che rientra a casa dopo la scuola, sempre con riscaldamento autonomo. I consumi di queste due famiglie tipo, anche senza ricorrere allo smart working, sarebbero di 1.900 kWh per quella composta da due persone e di 2.700 kWh per quella composta da tre persone.
Cominciamo ad analizzare la spesa relativa all’illuminazione. L’aumento, considerando un’accensione prolungata, sarebbe di circa 28 kWh ogni anno. Il pranzo a casa comporterebbe un uso maggiore della lavastoviglie e consumerebbero altri 40 kWh, pari a 26 euro.
In estate è necessario tenere in considerazione anche il costo del climatizzatore, che comporterebbe un aumento di 189 kWh. Prendendo in considerazione i vari consumi diffusi, si potrebbe parlare di un aumento di 95 kWh per la famiglia composta da due persone e 135 kWh per quella composta da tre persone. Dovremmo, inoltre, tenere in considerazione anche i vari strumenti di lavoro, che possono portare ad un incremento di circa 130 kWh ogni anno. Questa cifra è destinata a raddoppiare, nel caso in cui ci siano due persone a lavorare, invece che una.
Smart working, quanto incide sulla bolletta
Stando ai calcoli effettuati da Altroconsumo, una famiglia composta da due persone consumerebbe complessivamente 433 kWh in più. Stiamo parlando di un incremento pari al 23%, con un costo di 298 euro all’anno. Sostanzialmente è come pagare un trimestre in più di bollette. Nel caso in cui la famiglia è composta da tre persone, l’aumento annuo è pari a 473 kWh, pari a 323 euro in più da pagare. Stiamo parlando di un 19% in più, grosso modo come se fosse un bimestre aggiuntivo ogni anno.
Aumentano le spese anche per il gas. Considerando, in questo caso, che i termosifoni siano portati a 19 o 20 gradi, significherebbe un 15% in più di riscaldamento (siamo intorno a 165 metri cubi). Altri 20 metri cubi devono essere considerati per la cucina. Sommando queste voci si può preventivare un costo pari a 476 euro di spesa annua in più in bolletta. Ossia il 13% in più.