Borsa Hong Kong crolla di oltre -5%, pesa delusione per esito Congresso Partito comunista. Focus su Pil e carrellata dati Cina
Forti vendite alla borsa di Hong Kong, con l’indice di riferimento Hang Seng che crolla di oltre -5%, zavorrato dai sell off che si abbattono sui titoli hi-tech.
Il sottoindice Hang Seng Tech scivola di oltre il 6%. La borsa di Tokyo è positiva sale dello 0,53%, mentre Shanghai scivola di oltre -1%. Seoul +0,91%, Sidney +1,54%.
Tai Hui, responsabile strategist dei mercati della divisione Asia Pacifico di JPMorgan Asset Management, ha commentato il trend facendo riferimento ad alcuni fattori, come il balzo dei rendimenti dei Treasuries Usa, che starebbero pesando sulla borsa di Hong Kong.
E’ possibile inoltre, ha detto Tai, che gli investitori avessero delle aspettative riguardo all’esito del Congresso nazionale del Partito comunista cinese, che si è concluso nella giornata di sabato, 22 ottobre, e che stiano scontando la delusione per l’assenza di misure incisive capaci di dare un assist all’economia.
“Visto che il meeting è stato soprattutto sui cambiamenti delle cariche, è possibile che la ripresa economica non arrivi presto come avevamo sperato”, ha detto lo strategist di JP Morgan.
In Giappone, protagoniste le indiscrezioni su un intervento sul forex da parte delle autorità nella giornata di venerdì, volte a frenare il tonfo dello yen. Lo yen si è di fatto rafforzato, ritornando tuttavia attorno verso quota JPY 149 sul dollaro Usa nelle ultime ore.
Diramata una carrellata di dati macro dal fronte della Cina, tra cui il Pil del terzo trimestre.
Il Pil della Cina è cresciuto al tasso annuo del 3,9% nel corso del terzo trimestre dell’anno. Viene fatto notare che, lo scorso 17 ottobre, il governo di Pechino, senza dare alcuna spiegazione, ha annunciato che la pubblicazione del dato, prevista per il giorno successivo 18 ottobre, sarebbe stata posticipata.
Si ricorda che il 20esimo Congresso nazionale del Partito Comunista cinese si è svolto dal 16 al 22 ottobre. La pubblicazione è stata rinviata anche per altri dati macro, come quelli relativi alle vendite al dettaglio e alla produzione industriale.
Il dato sul Pil cinese è stato migliore delle attese, visto che gli analisti avevano previsto un rialzo del 3,3%-3,4%. Il trend rimane tuttavia decisamente inferiore al target ufficiale di crescita del governo, pari a un’espansione dell’economia del 5,5%.
In ogni caso, grazie all’allentamento delle restrizioni imposte in base alla politica del paese Zero Covid, il Pil cinese ha segnato un forte recupero rispetto al +0,4% del secondo trimestre.
Reso noto in Cina anche il dato relativo alle vendite al dettaglio, che ha messo a segno una crescita del 2,5% su base annua, inferiore al +3,3% atteso dal consensus. In particolare, un calo è stato registrato dalle vendite al dettaglio di articoli di arredamento e per la casa e, anche, di materiali di costruzione. In forte rimonta invece la vendita di auto, balzata su base annua del 14,2%.
Il dato relativo alla produzione industriale della Cina è salito invece del 6,3% su base annua, meglio del +4,8% atteso, e in accelerazione rispetto alla precedente crescita del 4,2%.
Il tasso di disoccupazione della Cina è salito al 5,5%. Il tasso di disoccupazione giovanile è rimasto elevato al 17,9%.
E’ rallentato il ritmo della crescita delle esportazioni cinesi. Nel mese di settembre, le esportazioni della Cina sono salite del 5,7% su base annua, a 322,76 miliardi di dollari, rispetto all’aumento pari a +7,1% di agosto. E’ quanto è emerso dai dati pubblicati dalle autorità doganali della Cina. Il dato relativo all’export ha messo in evidenza una crescita inferiore a quella pari a +5,8% stimata dagli analisti.
Le importazioni, sono cresciute invece dello 0,3%, su base annua, a $238,01 miliardi, allo stesso ritmo di crescita di agosto, e al di sotto del +1,3% atteso dal consensus.
La bilancia commerciale ha messo così in evidenza un surplus del valore di US$84,75 miliardi, a settembre, inferiore ai $79,39 miliardi di agosto.