Wall Street incerta alla vigilia delle elezioni midterm Usa. Tassi Treasuries a 2 anni: manca poco alla soglia del 5%
Wall Street positiva, con i futures che, dopo una debolezza iniziale, puntano verso l’alto.
Alle 16 circa ora italiana, il Dow Jones sale di oltre 120 punti (+0,38%), a 32.525,34 punti; lo S&P 500 avanza dello 0,20% a 3.778,18, e il Nasdaq è praticamente piatto, con una variazione pari a +0,09% a 10.481,62 punti.
La borsa Usa è reduce dalla sessione all’insegna di buy di venerdì scorso ma, anche, da una settimana negativa. Venerdì scorso il Dow Jones ha messo a segno un rally di 400 punti (+1,3%), e anche il Nasdaq e lo S&P 500 sono saliti di oltre l’1%.
L’indice S&P 500 ha, allo stesso tempo, chiuso la sua peggiore settimana dal mese di settembre, scontando il timore di rialzi dei tassi continui da parte della Fed di Jerome Powell.
Oltre all’appuntamento cruciale delle elezioni midterm Usa, in calendario nella giornata di domani, martedì 8 novembre, l’attesa degli investitori è per giovedì 10 novembre, quando negli Stati Uniti sarà pubblicato il dato sull’inflazione misurata dal CPI (indice prezzi al consumo).
Il trend del dato potrà dare informazioni utili sull’entità della stretta monetaria che la Fed lancerà di nuovo a dicembre.
Il presidente della banca centrale americana Jerome Powell ha lasciato intendere, di fatto, che i rialzi dei tassi Usa potrebbero essere meno aggressivi, anche se, al contempo, ha detto che il valore del tasso terminale potrebbe confermarsi più alto di quanto previsto.
Lo scorso 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi di 75 punti base, portandoli dal range compreso tra il 3% e il 3,25% al nuovo range compreso tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.
La paura di tassi più alti per un periodo più lungo di tempo “higher for longer” ha avuto un notevole impatto, nelle ultime sessione, sui rendimenti dei Treasuries Usa:
in particolare i rendimenti dei titoli di stato Usa a due anni, che sono quelli più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, sono arrivati a balzare venerdì scorso fino al 4,883%, nuovo record in 15 anni; oggi viaggiano attorno al 4,717%, mentre i tassi a 10 anni salgono a un passo dalla soglia del 4,2%, al 4,197%.
Tra i titoli in evidenza Meta, che mette a segno un rialzo del 4,5% dopo le indiscrezioni, riportate dal Wall Street Journal, su un imminente maxi licenziamento che potrebbe essere lanciato a partire dalla giornata di dopodomani.
Il titolo dell’ex Facebook ha perso il 73% dall’inizio del 2022.
Protagonista anche Apple, che avrebbe tagliato la produzione dei suoi nuovi iPhone di 3 milioni di unità. E’ quanto riporta un articolo di Bloomberg, aggiungendo che il colosso avrebbe citato come motivazione il rallentamento della domanda. Apple stessa ha diramato un comunicato, parlando dell’impatto delle restrizioni anti-Covid lanciate in Cina sulla produzione dei suoi iPhone.
“Le restrizioni (lanciate nell’ambito della politica Zero Covid che il governo di Pechino continua a perseguire) hanno avuto un impatto temporaneo sulla fabbrica di assemblaggio degli iPhone 14 Pro e iPhone 14 situata a Zhengzhou, in Cina. La fabbrica sta operando al momento a una capacità ridotta in modo significativo. Così come abbiamo fatto per tutta la pandemia Covid-19, diamo priorità alla salute e alla sicurezza dei lavoratori della nostra catena di approviggionamento”, ha reso noto il colosso. “Continuiamo – si legge ancora nel comunicato di Apple – a stimare una forte domanda per gli iPhone 14 Pro e iPhone 14 Pro Max. Tuttavia, prevediamo ora consegne inferiori rispetto a quanto avevamo anticipato di iPhone 14 Pro e iPhone 14 Pro Max; inoltre i clienti faranno fronte a tempi di attesa più lunghi per ricevere i loro nuovi prodotti”.
“Stiamo lavorando a stretto contatto con il nostro fornitore – ha concluso Apple – perché si ritorni a livelli di produzione normali, assicurando al tempo stesso la salute e la sicurezza di ciascun lavoratore”, ha concluso Apple. Il titolo perde l’1,5% circa.