Buoni Fruttiferi Postali caduti in prescrizione: come e perchè chiedere il rimborso
Maxi sanzione da 1,4 milioni di euro a Poste per il collocamento dei Buoni Fruttiferi Postali. A comminarla l’Antitrust che ha reso noto di aver concluso un’istruttoria nei confronti di Poste Italiane S.p.A. in riferimento alla sua attività di collocamento e di gestione dei BFP.
Antitrust sanziona Poste: cosa è successo
I diritti dei titolari dei Buoni Fruttiferi Postali si prescrivono dopo dieci anni dalla data di scadenza del buono, con la conseguenza che né il capitale né gli interessi siano più esigibili. Le somme vengono devolute a favore dello Stato per i Buoni emessi fino alla data del 13 aprile 2001 e a favore del Fondo per indennizzare i risparmiatori rimasti vittime di frodi finanziarie per quelli emessi successivamente.
Ebbene secondo l’Autorità, Poste ha omesso e/o formulato in modo ingannevole informazioni essenziali relative ai termini di scadenza e di prescrizione di tali titoli. La condotta di Poste è stata dunque ritenuta idonea ad indurre in errore il consumatore per quanto riguarda l’esercizio dei diritti di credito relativi al Buono sottoscritto.
L’Autorità ha inoltre accertato che, riguardo ai titoli cartacei caduti in prescrizione almeno negli ultimi cinque anni, Poste ha omesso di informare preventivamente – e in maniera adeguata – i titolari di Buoni prossimi alla scadenza del termine di prescrizione, causando il mancato rimborso dei relativi importi. Si è ritenuto che questa condotta violi i doveri di diligenza professionale ragionevolmente esigibili da Poste in base ai principi generali di correttezza e di buona fede e che sia idonea ad alterare il comportamento economico del consumatore in relazione all’esercizio dei diritti di credito relativi ai Buoni.
Tuttavia, l’Autorità ha rilevato che, durante il procedimento, Poste ha messo in campo diverse iniziative per migliorare l’informativa fornita ai consumatori sui termini di scadenza e di prescrizione dei Buoni Fruttiferi Postali, tra cui le modifiche della documentazione precontrattuale e contrattuale, l’inserimento nel modulo cartaceo del Buono di una dicitura che ricorda la possibilità di ottenere il rimborso del titolo solo entro il relativo periodo di prescrizione e un sistema di alerting individuale sulle date di scadenza e di prescrizione per i sottoscrittori di Buoni emessi dal 1° gennaio 2009. Proprio considerando queste iniziative a favore dei consumatori, l’Autorità ha deciso di ridurre del 60% l’ammontare della sanzione.
Cosa possono fare i risparmiatori
I Buoni Fruttiferi Postali costituiscono una delle forme di risparmio più utilizzate ma non sempre il consumatore si vede riconosciuto il rimborso di capitale ed interessi: moltissimi sono i casi in cui Poste non procede al rimborso eccependo la prescrizione del titolo. In base alle stime, sarebbero tra i 500mila e 1,5 milioni i Buoni Fruttiferi Postali andati in prescrizione tra il 2018 e il marzo 2022
La decisione dell’Antitrust cambia ora le carte in tavola e apre la strada alla possibilità per i titolari di Buoni Fruttiferi Postali già scaduti di chiederne il rimborso. Come ricorda il Codacons, possono agire tutti coloro che, in occasione della sottoscrizione dei Buoni, non abbiano ricevuto idonea informativa in ordine alla data di scadenza e/o alla data di prescrizione dei titoli, e alle conseguenze giuridiche derivanti dallo spirare dei predetti termini, o abbiano ricevuto tali informazioni con una formulazione non chiara.