Wall Street su di giri con dato inflazione e nuove scommesse su tassi Fed. Dow Jones vola fino a +900 punti, Nasdaq schizza di oltre +5%
Forse l’inflazione made in Usa si è lasciata alle spalle il picco, grazie alla carrellata di rialzi dei tassi da parte della Fed di Jerome Powell. Wall Street vola, scommettendo su strette monetarie meno aggressive da parte della banca centrale americana, a seguito della pubblicazione del market mover clou di questa settimana: l’indice dei prezzi al consumo. Indice che mette finalmente in evidenza il rallentamento delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti. Su base mensile, il dato è salito a ottobre dello 0,4%, meno del +0,6% atteso e come nel mese di settembre. L’indice core, depurato dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici ed alimentarsi, è salito inoltre, sempre su base mensile dello 0,3%, meno del +0,5% stimato e a un ritmo dimezzato rispetto al +0,6% precedente.
Su base annua, la crescita dell’inflazione headline si è indebolita rispetto al precedente rialzo dell’8,2% di settembre, al +7,7%, ritmo inferiore rispetto al +8% atteso dal consensus.
Diminuita anche la crescita dell’inflazione core che, su base annua, è passata dal rialzo al ritmo massimo degli ultimi 40 anni pari a +6,6% di settembre, al +6,3% di ottobre.
I trader hanno a questo punto motivo di sperare in una stretta monetaria di fine anno, nel meeting di dicembre del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – di 50 punti base, dopo la fase in cui i tassi sono stati alzati di 75 punti base per quattro volte consecutive. E di fatto, queste aspettative si riflettono sul mercato dei futures sui fed funds, dove il tasso terminale è sceso fino al 4,88%, stando alle rilevazioni di BPM, decisamente al di sotto del 5,07% precedente la pubblicazione del dato. D’altronde,
lo stesso presidente della banca centrale americana Powell ha lasciato intendere che i rialzi dei tassi Usa potrebbero essere meno aggressivi (anche se, al contempo, ha detto che il valore del tasso terminale potrebbe confermarsi più alto di quanto previsto).
Lo scorso 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi di 75 punti base, portandoli dal range compreso tra il 3% e il 3,25% al nuovo range compreso tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.
“La domanda ora è cosa sentiremo dire dalla Fed. Sarà questo a determinare fino a che punto il rally potrà proseguire. Un unito dato non è sufficiente a dire con certezza che l’inflazione ha toccato il picco”, ha commentato alla Cnbc Ben Jeffery di BMO, ma certo ora i mercati vogliono concentrarsi sui segnali che indicano un rallentamento della crescita dell’inflazione. Occhio anche al trend dell’indice della paura, il Cboe Volatility Index, conosciuto anche come VIX, che precipita al livello più basso in quasi due mesi, scendendo fino a 23,7 punti, minimo da settembre, dopo aver viaggiato al di sopra della soglia dei 30 punti per la maggior parte del mese di ottobre.
Gli acquisti che fioccano a Wall Street portano il Dow Jones a testare il record dal mese di agosto e lo S&P 500 ad avvicinarsi al livello di resistenza chiave pari a 3.900 punti.
Il Dow Jones inizia la sessione volando di ben 900 punti, per poi avanzare alle 15.50 circa ora italiana di più di 800 punti (+2,50%). Lo S&P 500 scatta del 3,90%, il Nasdaq schizza di oltre +5%.
Tonfo dei tassi dei Treasuries, con quelli a dieci anni che bucano la soglia del 4%, scendendo fino al 3,871%, e quelli a due anni che crollano di 23 punti base al 4,395%.
Ieri il Dow Jones è crollato di 646 punti (-1,95%), lo S&P 500 è scivolato del 2,08%, il Nasdaq è capitolato del 2,48%.
Un articolo della Cnbc sottolinea che le forti flessioni che hanno colpito ieri la borsa Usa sono state provocate dall’incertezza sull’esito delle elezioni midterm.
Il mercato aveva creduto in una vittoria schiacciante dei repubblicani, e dunque in una Camera dei Rappresentanti e in un Senato sotto il loro comando, con il voto dello scorso martedì, 8 novembre. E invece, i testa a testa non mancano, in particolare per i seggi del Senato, in Arizona, Georgia e Nevada. Va detto che diversi strategist avevano avvertito prima dell’Election Day che l’esito del voto non sarebbe arrivato presto, anche per i voti dati tramite posta.
I massicci sell off sono stati scatenati ieri anche dall’ennesimo crypto dramma, che ha visto ieri la piattaforma di trading delle criptovalute Binance fare dietrofront rispetto al piano che prevedeva l’acquisizione della sua rivale FTX.
L’ansia per il crypto universo ha messo sotto pressione il settore hi-tech, portando il Bitcoin a scivolare ai minimi dal 2020.
Ma oggi, complice il deciso miglioramento del sentiment, si mette in evidenza il recupero delle azioni crypto, come Coinbase (+11% circa), MicroStrategy (+11%) e Robinhood (+7,7%), dopo i forti crolli della vigilia.
Ieri Coinbase ha perso il 9,5%, Robinhood è crollata del 13,8% e MicroStrategy è scivolata di quasi il 20%.
Focus sulla view di BlackRock su Wall Street. Gli strategist hanno reso noto di avere un rating underweight su Wall Street, (ma anche sulle borse europee e sulla borsa di Londra), in un orizzonte temporale di 6-12 mesi.
“Siamo underweight sull’azionario Usa – si legge nella nota di BlackRock – la Fed intende alzare i tassi in territorio restrittivo – spiegano gli strategist – e il sell off che si è verificato dall’inizio dell’anno in parte riflette questo. Nonostante ciò, le valutazioni non sono scese abbastanza da riflettere le prospettive più deboli sugli utili”.