Wall Street: futures in rialzo dopo scatto DJ +1.200 punti, Nasdaq +7%. Tassi Treasuries collassano
Wall Street continua a scattare al rialzo dopo il rally scatenato della vigilia, alimentato dalla pubblicazione del dato relativo all’inflazione Usa misurata dall’l’indice dei prezzi al consumo. Il CPI ha messo finalmente in evidenza il rallentamento delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti. L’euforia è stata tale che il Dow Jones è volato di 1.201 punti circa, in rally del 3,70%; lo S&P 500 è schizzato del 5,54% mentre il Nasdaq Composite è balzato del 7,35%. Tonfo dei tassi dei Treasuries, con quelli a 10 anni scivolati di oltre 31 punti base, al 3,811, e quelli a due anni collassati di 30 punti base al 4,328%.
Alle 7.20 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones e sullo S&P 500 avanzando di oltre mezzo punto percentuale, mentre i futures sul Nasdaq mettono a segno un progresso dello 0,73%.
Il CPI è salito a ottobre su base mensile dello 0,4%, meno del +0,6% atteso e come nel mese di settembre.
L’indice core, depurato dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni energetici ed alimentari, è salito inoltre, sempre su base mensile, dello 0,3%, meno del +0,5% stimato e a un ritmo dimezzato rispetto al +0,6% precedente.
Su base annua, la crescita dell’inflazione headline si è indebolita rispetto al precedente rialzo dell’8,2% di settembre, al +7,7%, ritmo inferiore rispetto al +8% atteso dal consensus. Diminuita anche la crescita dell’inflazione core che, su base annua, è passata dal rialzo al ritmo massimo degli ultimi 40 anni pari a +6,6% di settembre, al +6,3% di ottobre.
I trader hanno a questo punto motivo di sperare in una stretta monetaria di fine anno, nel meeting di dicembre del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – di 50 punti base, dopo la fase in cui i tassi sono stati alzati di 75 punti base per quattro volte consecutive. E di fatto, queste aspettative si riflettono sul mercato dei futures sui fed funds, dove il tasso terminale è sceso fino al 4,88%, stando alle rilevazioni di BMO, decisamente al di sotto del 5,07% precedente la pubblicazione del dato.
D’altronde,lo stesso presidente della banca centrale americana Powell ha lasciato intendere che i rialzi dei tassi Usa potrebbero essere meno aggressivi (anche se, al contempo, ha detto che il valore del tasso terminale potrebbe confermarsi più alto di quanto previsto). Lo scorso 2 novembre, la Fed ha alzato i tassi di 75 punti base, portandoli dal range compreso tra il 3% e il 3,25% al nuovo range compreso tra il 3,75% e il 4%, valore record dal 2008.