Target: trimestrale lancia alert recessione. Tonfo utili -50%, e il gruppo vede nero per stagione shopping natalizio. Titolo affonda
La trimestrale di Target suona il campanello di allarme recessione negli Stati Uniti, confermando l’impatto negativo dell’inflazione sulla propensione dei consumatori americani.
La società retail Usa ha annunciato un tonfo degli utili del 50% circa, sulla scia dell’aumento delle scorte e del rallentamento delle vendite.
Nessun ottimismo in attesa dell’imminente stagione dello shopping natalizio, tutt’altro; Target ha lanciato l’alert sulle vendite del periodo più promettente dell’anno per il mondo retail: quello festivo, per l’appunto, che negli Stati Uniti parte ufficialmente il Black Friday, il giorno dopo il Thanksgiving. Target stima ora vendite comparate, nel quarto trimestre, in ribasso, rispetto alla crescita del 3,1% prevista da FactSet. Nel terzo trimestre le vendite su base comparata della società hanno battuto invece il consensus, salendo del 2,7%, meglio del +2,2% atteso da FactSet.
Il gruppo ha annunciato anche l’intenzione di tagliare i costi complessivi fino a $3 miliardi nel corso dei prossimi tre anni, in linea con l’esigenza di far diventare più efficiente il proprio business.
Target ha precisato tuttavia di non avere al momento in programma, licenziamenti o congelamenti delle assunzioni.
Tornando alla trimestrale, che si riferisce ai tre mesi terminati il 29 ottobre, l’utile per azione di Target si è attestato a 1,54 dollari, rispetto ai $2,13 attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv.
Il fatturato si è attestato a $26.52 miliardi, pressocché in linea con le stime di $26,38 miliardi.
Scioccante è il calo degli utili netti, che nel terzo trimestre si sono quasi dimezzati dagli $1,49 miliardi dell’anno precedente a quota $712 milioni.
Il titolo precipita del 13% in premercato, dopo aver perso dall’inizio del 2022 più del 22%.
In qualche modo la società retailer è riuscita a migliorare la gestione delle scorte che, nel terzo trimestre, sono salite del 14% su base annua, rispetto al balzo del 36% nel secondo trimestre e a quello +43% del primo trimestre.