Europa chiude positiva e Piazza Affari (+0,6%) si allinea. Wall Street incerta prima di Powell
Seduta in rialzo per Piazza Affari e le altre borse europee, mentre Wall Street prosegue contrastata dopo una serie di dati macro in chiaroscuro e in attesa dell’intervento di Jerome Powell.
Il Ftse Mib archivia gli scambi in rialzo dello 0,6% a 24.610 punti, con acquisti in particolare su Banca Mediolanum (+%), Moncler (+2,2%), Finecobank (+2,1%) e Tenaris (+2%). In forte calo Telecom Italia (-5,2%) dopo le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle tlc, Alessio Butti, che ha escluso l’ipotesi di un’opa totalitaria su Tim da parte del governo. Positiva Eni (+0,9%), che starebbe trattando l’acquisizione del produttore di gas e petrolio Neptune Energy per circa 5-6 miliardi di dollari.
Questa sera, riflettori puntati sul presidente della Fed, che dovrebbe ribadire la necessità di alzare ulteriormente i tassi per contrastare efficacemente l’inflazione. Gli operatori saranno attenti a eventuali segnali che possano indicare un rallentamento nel ritmo delle strette monetarie.
In giornata, il Pil Usa del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo dal +2,6% al 2,9%, mentre la componente core dell’indice dei prezzi al consumo personali (PCE – il parametro preferito dalla Fed per monitorare il trend dell’inflazione) è stata rivista al rialzo a +4,6%, rispetto al +4,5% inizialmente riportato.
Il dato Adp sull’occupazione, invece, ha mostrato la creazione di 127.000 nuovi posti di lavoro nel settore privato, nettamente al di sotto dei 200.000 del consensus di Bloomberg e dei 239.000 impieghi creati nel mese precedente.
Un’eventuale conferma del rallentamento del mercato del lavoro statunitense dal job report in uscita venerdì potrebbe rafforzare le aspettative di una politica monetaria meno aggressiva da parte della Fed, anche se l’inflazione di fondo resta elevata. La banca centrale statunitense potrebbe decidere di alzare i tassi di mezzo punto percentuale nella riunione del 13-14 dicembre, dopo quattro interventi consecutivi da 75 punti base ciascuno.
Per quanto riguarda invece l’eurozona, a novembre l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un rallentamento al 10,0% annuo, rispetto al 10,6% di ottobre e al 10,4% previsto dagli analisti. L’inflazione core, depurata dalle componenti più volatili, è rimasta stabile al 5%.
Alla luce del rapporto odierno sull’inflazione, l’Eurotower potrebbe prendere in considerazione un rialzo dei tassi da 50 punti base nella prossima riunione del 15 dicembre, dopo due strette consecutive da 75 punti base nei precedenti meeting.
In Italia, infine, il ritmo di crescita dei prezzi rimane sui massimi dal 1984 (+11,8% su base annua), mentre il Pil conferma la crescita congiunturale dello 0,5% nel terzo trimestre (+2,6% tendenziale).