Mutui, tasso fisso VS tasso variabile: la scelta migliore
Il mutuo a tasso fisso è diventato più conveniente rispetto ad uno variabile. Questo dato lo si riesce ad evincere dall’analisi dei dati relativi al mercato immobiliare, i quali, tra l’altro, mostrano che, nel corso del terzo trimestre 2022, il real estate italiano ha tenuto meglio delle revisioni. Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate nel terzo trimestre del 2022 ci sono state complessivamente 175.268 compravendite, registrando un incremento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Se si vanno a vedere i numeri dei primi nove mesi del 2022, la crescita è stata addirittura pari al 7,4%. Il mercato immobiliare, sicuramente, non è passato indenne attraverso la crisi economica e all’aumento del denaro. Ma vediamo cosa succede alle famiglie che richiedono un mutuo.
Mutuo, cala la domanda
Uno dei cambiamenti più importanti, che sono stati registrati nel corso di quest’anno, è il calo delle compravendite effettuate attraverso un mutuo. Chi acquista un immobile ha intenzione di preservare i propri risparmi dalla morsa dell’inflazione. Il mercato immobiliare risulta essere una buona scelta per chi ha intenzione di dismettere la propria liquidità ed ottenere un maggior confort abitativo. O, in alternativa, di godere di rendimenti maggiori rispetto ad un conto corrente.
Il mercato immobiliare si sta riprendendo, principalmente, nei grossi capoluoghi di provincia. Mentre c’era la pandemia, le famiglie cercavano abitazioni più spaziose, oggi si cercano città che diano maggiori prospettive per il futuro, anche sotto il punto di vista del rendimento.
Ad investire sono principalmente famiglie, che riescono ad acquistare senza ricorrere ad un mutuo: hanno risparmi a sufficienza, grazie alla vendita dell’immobile in cui vivono. Il periodo non è negativo, però, per sottoscrivere un mutuo, soprattutto se si sceglie per uno a tasso fisso.
Fisso vs Variabile: la scelta migliore
L’andamento del mercato immobiliare è strettamente connesso a quello dei mutui: su questo aspetto, per il mese di novembre c’è dell’ottimismo. Almeno per il mutuo a tasso fisso. L’Eurirs, il parametro su cui ci si basa per prezzare i finanziamenti a tasso fisso, ha registrato una netta discesa. Chi avesse voluto sottoscrivere un prodotto il 1° dicembre, accedendo un mutuo da 150.000 euro per 30 anni a tasso fisso con spread 1,5%, avrebbe avuto una rata intorno a 557 euro contro i 675 di inizio anno. È in aumento, ma risulta essere più bassa rispetto ai 716 euro del mese di novembre.
Discorso completamente diverso per i mutui a tasso variabile, che continuano a crescere a causa dell’andamento dell’Euribor, il parametro di riferimento per questi ultimi. Per lo stesso tipo di mutuo – 150.000 euro per 30 anni – la rata al 1° dicembre sarebbe pari a 668 euro.
Nel caso in cui la Bce dovesse continuare a mantenere il programma di aumenti graduali dei tassi, l’Euribor continuerà a crescere nel corso dei prossimi mesi. Da segnalare, comunque, che il mutuo a tasso variabile segue un andamento molto volatile: è probabile che nel corso dei prossimi anni, passata la tempesta dell’inflazione, potrebbe scendere e rivelarsi conveniente. Ma, oggi come oggi, per chi ha intenzione di accendere un mutuo, la scelta cade obbligatoriamente sul tasso fisso per risparmiare