Wall Street affossa le borse europee, Piazza Affari chiude a -1,2%
Chiusura in calo per le borse europee e per Piazza Affari, con il Ftse Mib che termina in ribasso dell’1,2% a 23.813 punti.
Vendite soprattutto su Iveco (-4,5%), Stm (-3,6%), in scia ai conti e alle stime sotto le attese della statunitense Micron Technology, e Stellantis (-3,1%), che intanto ha completato l’acquisizione di aiMotive. Resistono solo Saipem (+0,7%) e Buzzi Unicem (+0,1%).
Sull’obbligazionario, spread Btp-Bund poco mosso a 209 punti base, con il rendimento del decennale italiano in rialzo al 4,46%. Tra le materie prime il petrolio viaggia sui valori della vigilia, con il Wti a 78,4 dollari e il Brent a 82,2 dollari.
Ad appesantire il sentiment hanno cnontribuito alcuni dati macro statunitensi che confermano la resilienza dell’economia e del mercato del lavoro a stelle e strisce, supportando l’ipotesi che la Fed possa mantenere una politica restrittiva ancora per lungo tempo. A Wall Street l’S&P 500 cede lo 1,8% a 3.829 punti, il Dow Jones segna un calo dell’1,4% mentre il Nasdaq Composite perde il 2,7% a quota 10.510 punti.
Il Pil statunitense del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo al +3,2%, rispetto al +2,9% della seconda lettura. Inoltre, le spese per consumi sono salite del 2,3% (da +1,7% della seconda stima) e la componente core dell’indice dei prezzi al consumo personali (PCE – il parametro preferito dalla Fed per monitorare il trend dell’inflazione) è stata rivista al +4,7% dal +4,6% precedente.
Anche il mercato del lavoro continua a evidenziare una certa solidità, con le richieste di disoccupazione iniziali che aumentano meno del previsto (216.000 unità contro 222 mila stimate). Dati che hanno innervosito i mercati, alla ricerca di segnali di rallentamento della crescita e dunque dell’inflazione. I numeri odierni, invece, fanno pensare che l’economia Usa possa ancora sopportare l’inasprimento monetario della banca centrale.
In Italia, infine, l’Istat ha diffuso i numeri di novembre sui prezzi alla produzione dell’industria, che tornano a crescere su base mensile (+2,6%) e ad accelerare su base annua (+29,4%), spinti in particolare dai rialzi dei prezzi della fornitura di gas sul mercato interno.