Piazza Affari termina a +0,3%, in evidenza Saipem e Tenaris
Chiusura poco mossa per le borse europee, mentre Wall Street ha invertito la rotta e viaggia in territorio negativo. A Milano, il Ftse Mib termina le contrattazioni in rialzo dello 0,27% a 26.052 punti, con Saipem (+7,1%) e Tenaris (+4,15%) in evidenza. Acquisti anche su Bper (+3,3%) e Stm (+2%), mentre chiudono in calo Campari (-1,9%), Amplifon (-1,5%) e Telecom Italia (-1,4%).
Oggi S&P Global Ratings ha annunciato di stimare una contrazione del Pil dell’Italia pari allo 0,1% nel corso di quest’anno. L’agenzia di rating ha aggiunto di prevedere un recupero del Pil nel 2024, con una crescita dell’1%, che dovrebbe accelerare il passo nel 2025 a +1,2%. Riguardo all’inflazione dell’Italia, S&P stima un rallentamento della crescita al 6,1% nel 2023, al 2,3% nel 2024 e al 2%, nel 2025
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si riduce a 171 punti base, con il rendimento del decennale italiano in forte calo al 3,73%, in un contesto generale di tassi decrescenti.
Sul Forex, l’euro/dollaro si attesta a 1,082 mentre il dollaro/yen è in lieve rialzo a 128,5 dopo la conferma della politica monetaria accomodante da parte della Bank of Japan, che manterrà i tassi negativi e non abbandonerà il controllo della curva dei rendimenti. Fra le materie prime il petrolio avanza per il nono giorno consecutivo, con il Brent in area 87,5 dollari, complici le aspettative di ripresa della domanda cinese.
I dati macro odierni hanno visto la conferma dell’inflazione dell’eurozona al 9,2% annuo, mentre i prezzi alla produzione statunitensi hanno rallentato al 6,2%. La contrazione più marcata delle attese delle vendite (-1,1%) al dettaglio e della produzione industriale (-0,7%) negli Usa alimentano i timori che l’aumento aggressivo dei tassi di interesse possa far precipitare l’economia in recessione. In serata verrà pubblicato il Beige Book della Fed.
Focus oggi sugli interventi di alcuni membri della banca centrale americana (Raphael Bostic, Lorie Logan e Patrick Harker) per capire le prossime mosse di politica monetaria e in particolare se ci siano possibilità di tagli dei tassi già quest’anno. Intanto, il presidente della Fed di St. Louis James Bullard ha affermato che il costo del denaro dovrà aumentare ulteriormente per garantire che le pressioni inflazionistiche si riducano. “Siamo quasi in una zona che potremmo definire restrittiva, ma non ci siamo ancora del tutto”, ha dichiarato Bullard.