Staccare il contacalorie per risparmiare: un trucco che costa caro
Staccare il contacalorie: una soluzione radicale, per risparmiare sulla bolletta del riscaldamento.
Ed è già stata definita come l’ultima frontiera della truffa, adottata dai cosiddetti furbetti dei termosifoni.
All’interno di un condominio, non sempre è possibile risalire ai consumi reali di ogni singolo appartamento.
Questo avviene soprattutto per gli immobili più vecchi, nei quali era presente il riscaldamento centralizzato.
Nel momento in cui non è possibile risalire ai consumi reali, utilizzando dei contacalorie, il condominio addebita i consumi effettuati l’anno precedente.
In alternativa ricorre alla suddivisione della spesa in millesimi. Decidere di togliere il contacalorie, può comportare delle conseguenze penali per i furbetti dei termosifoni.
L’ultima frontiera dei furbetti dei termosifoni
Il contacalorie, il cui nome corretto è contabilizzatore di calore, è un dispositivo che, nel momento in cui viene applicato sulla superficie del radiatore, permette di calcolare il consumo energetico.
Questo strumento dà la possibilità ad una singola unità immobiliare collegata ad un impianto centralizzato, di pagare l’energia che effettivamente sta utilizzando.
L’utilità del contacalorie è quella, in estrema sintesi, di favorire la rendicontazione dei consumi, quando sono presenti degli impianti di riscaldamento condivisi con più unità immobiliari.
Ad imporne l’uso stato direttamente il Decreto Legislativo 102/2014.
Il contacalorie utilizza delle sonde interne, con le quali iene registrato il calore emesso dai termosifoni.
In questo modo viene quantificato il consumo di calore di ognuno di questi.
I dati raccolti nel corso delle varie attività di controllo, vengono quindi inviati ad un’apposita centralina e, successivamente, vengono elaborati da alcune società specializzate in questa attività.
E che, ovviamente, sono state autorizzate a farlo. I consumi reali vengono, quindi, contabilizzati solo a seguito di una verifica tecnica.
Il proprietario del singolo appartamento non ha alcuna facoltà nell’intervenire o nel modificare i parametri impostati nel dispositivo, nel momento della sua installazione. L’unico modo per risparmiare in modo fraudolento è quello di rimuoverlo.
Contacalorie, cosa si rischia a toglierlo
Ma a questo punto cosa rischiano i furbetti del termosifone?
A spiegare a quali rischi vanno incontro questi soggetti è l’avvocato Marcello Bana, il quale, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Messaggero spiega:
“il condomino che nella sua abitazione rimuove il contacalorie rende impossibile una corretta ripartizione delle spese. Si potrebbe ipotizzare a suo carico, quantomeno sotto il profilo del tentativo, il reato di furto previsto dell’articolo 624 del Codice Penale, che sanziona con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 164 euro a 516 euro chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto“.
Il comma 2 dell’articolo 624 del Codice Penale considera cosa mobile ogni tipo di energia che abbia valore economico. Chi, invece, dovesse decidere di rompere di proposito il contacalorie, gli potrebbe essere contesta l’aggravante prevista dal codice penale, che comporta un aumento di pena da 2 a 6 anni e la multa da 927 a 1.500 euro.
La verifica spetta all’amministratore di condominio.