Borsa Tokyo -0,39%, Hong Kong e Shanghai snobbano Pmi Cina. Futures Usa sull’attenti in attesa Fed
Borse asiatiche sotto pressione, dopo la chiusura negativa di Wall Street e a dispetto degli indici Pmi della Cina, che hanno confermato l’effetto positivo della fine della politica Zero Covid del governo di Pechino sul settore manifatturiero e servizi made in China. In Asia, l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,39%.
Sotto pressione anche la borsa di Hong Kong (-1,67%). Scendono anche Seoul (-1%), Sidney ingessata con una variazione pari a -0,07%, Shanghai -0,42%.
Focus sugli indici Pmi della Cina: nel mese di gennaio, l’indice Pmi manifatturiero si è attestato a quota 50,1 punti, al livello record dal settembre del 2022. Il dato ha battuto le attese degli analisti, che avevano previsto un valore a 49,8 punti, rispetto ai precedenti 47 punti di dicembre.
Il Pmi manifatturiero cinese è tornato inoltre in fase di espansione, in quanto a un livello superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori superiori ai 50 punti) e di contrazione (inferiori ai 50 punti).
Il Pmi servizi è salito a gennaio a 54,40 punti, meglio dei 52 punti stimati dal consensus e in forte rimonta rispetto al dato precedente, pari a 41,6 punti. In forte crescita il Pmi Composite della Cina, a 52,9 punti dai precedenti 42,6 punti.
Quelli appena resi noti sono i dati sul Pmi ufficiali, diramati dal governo di Pechino.
Focus anche sulle stime aggiornate del Fondo Monetario Internazionale (FMI), che ha rivisto al rialzo il proprio outlook sulla crescita dell’economia globale, annunciando di prevedere ora per il 2023 una espansione del Pil pari a +2,9%.
La revisione è stata pari a 0,2 punti percentuali rispetto alle stime dell’ottobre del 2022. Il Pil mondiale è atteso comunque in rallentamento rispetto al rialzo del 3,4% dello scorso anno.
L’FMI ha calcolato che l’84% circa delle nazioni farà fronte a un’inflazione (misurata dall’indice headline) più bassa, nel corso di quest’anno, rispetto a quella del 2022, parlando di “crescita dell’economia (globale) resiliente in modo sorprendente nel corso del terzo trimestre dello scorso anno, con mercati del lavoro forti, le spese per consumi e gli investimenti delle aziende robusti, e un adattamento dell’Europa alla crisi energetica migliore delle previsioni”.
Dal fronte macroeconomico del Giappone, è stato reso noto il dato relativo alla produzione industriale, che a dicembre ha subito una contrazione dello 0,1% su base mensile, comunque meglio della flessione dell’1,2% attesa dagli economisti. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato. La produzione industriale è peggiorata rispetto al mese di novembre, quando aveva segnato un rialzo dello 0,2%.
Bene invece le vendite al dettaglio del Giappone, salite del 3,8% su base annua, in rialzo m/m per il decimo mese consecutivo. Il dato è stato migliore del rialzo del 3,2% atteso dagli economisti, in rafforzamento rispetto al precedente aumento del 2,6%.
Wall Street cauta in attesa dell’annuncio sui tassi da parte della Federal Reserve guidata da Jerome Powell e dopo la sessione negativa della vigilia.
Grande attesa per il verdetto della Fed: il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa, si riunirà oggi 31 gennaio, per annunciare la propria decisione sui tassi domani 1° febbraio.
Il mercato scommette su un rialzo dei tassi sui fed funds di 25 punti base.
Nell’ultimo meeting del 2022, il Fomc ha alzato i tassi di 50 bp, portandoli al range compreso tra il 4,25% e il 4,5% e rallentando il passo degli aumenti dei tassi dopo quattro strette consecutive da 75 bp.
Alle 8.45 ora italiana, i futures sul Dow Jones e sullo S&P 500 sono praticamente piatti, mentre i futures sul Nasdaq sono in calo dello 0,25%. Il Dow Jones ha perso ieri 260,99 punti -0,77%, a 33.717,09. Lo S&P 500 ha ceduto l’1,3% a 4.017,77. Il Nasdaq Composite è scivolato dell’1,96% a 11.393,81.