Azionario: la reazione dei mercati all’annuncio Fed in vista del test Bce. Occhio a futures Usa e borse Asia
Verdetto Fed uscito. In attesa dei prossimi verdetti cruciali attesi in giornata, quelli della Bce e della Bank of England, come si stanno muovendo i mercati?
Va detto che, appena il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha preso la parola nella conferenza stampa successiva all’annuncio dell’ottava stretta monetaria in Usa dal marzo del 2022, sia le azioni che le obbligazioni hanno puntato verso l’alto.
Lo S&P 500 ha toccato il suo massimo intraday, con un balzo dell’1,8%, e i trader si sono affannati a fare incetta anche di Treasuries, corporate bond e anche di crypto.
Ieri, al termine della riunione del Fomc, la Federal Reserve (Fed), banca centrale americana guidata da Jerome Powell, ha annunciato di aver alzato i tassi di interesse Usa di 25 punti base, al nuovo range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.
La stretta monetaria è stata lanciata nell’ambito della lotta contro le fiammate dell’inflazione Usa, che la Fed di Powell continua a portare avanti.
Dal comunicato e dalle parole proferite successivamente, nel corso della conferenza stampa, dallo stesso Powell, è emersa tutta la volontà della banca centrale Usa di sconfiggere l’inflazione.
Tuttavia, i mercati si sono concentrati maggiormente su alcune frasi, come quella di Powell: “Ora possiamo dire, credo per la prima volta, che il processo disinflazionistico sia iniziato”. Certo, Powell ha avvertito al contempo che sarebbe “molto prematuro dichiarare vittoria” contro l’inflazione.
Ma ha risposto anche che “è possibile” che i tassi (terminali) rimangano al di sotto della soglia del 5%” sebbene, altro attenti, è improbabile che la Fed proceda a tagliarli già nel 2023.
I mercati hanno voluto ‘pensare positivo’ e se il Dow Jones ha chiuso praticamente piatto con una variazione di appena +0,02%, il Nasdaq ha chiuso in progresso del 2% e lo S&P 500 ha incassato un aumento dell’1,05% è perché gli investitori sperano che la svolta della Fed sia più vicina.
I futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq proseguono la scia rialzista: alle 7,30 ora italiana, i futures sul Dow Jones sono negativi, in calo dello 0,14%, ma quelli sullo S&P 500 e sul Nasdaq avanzano rispettivamente del 0,33% e +0,96%.
I tassi dei Treasuries a 10 anni sono in lieve rialzo al 3,411%, dopo un tonfo nel Fed Day pari a -12 punti base, che li ha portati al 3,409%. Capitombolo anche per i tassi dei Treasuries a due anni, crollati di 11 punti al 4,096%.
In Asia, l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,20%, sulla scia di un sentiment più cauto che in Usa. Seoul solida con un rialzo dell’1%, mentre Sidney fa +0,13%, Hong Kong cede lo 0,09%, Shanghai avanza dello 0,03%.
Oggi attesa al varco dei mercati la Bce di Christine Lagarde: il problema non è nel rialzo imminente dei tassi dell’Eurozona, completamente prezzato: si prevede una stretta pari a 50 punti base, che porterebbe i tassi sui depositi al 2,5%.
Il punto è cosa deciderà di fare la Bce di Christine Lagarde dopo.
Per ora, la comunità degli economisti prevede un aumento (dei tassi) al 3,5% (rispetto al 2%), entro la fine dei primi sei mesi di quest’anno, come emerge da un sondaggio di Reuters.
Non mancano tuttavia previsioni decisamente più hawkish, come quella di Nouriel Roubini, che puntano a livelli anche superiori al 4%, tra l’altro in un momento di alta tensione tra l’Italia del governo Meloni e la Bce di Christine Lagarde.