Mercati: verdetti Fed e BoE usciti, ora tocca alla Bce. Occhio a Piazza Affari e futures Usa
Verdetto Fed uscito. Uscito anche il verdetto della Bank of England, mentre si rimane in attesa della decisione della Bce di Christine Lagarde.
I mercati azionari sembrano scommettere sulla svolta dovish delle banche centrali. Alle 13.35 le borse europee sono in rialzo, con l’indice Ftse Mib di Piazza Affari che mette a segno un rialzo superiore a +0,80%. La borsa di Francoforte sale di oltre l’1%, Parigi è invece debole con un progresso di appena lo 0,10%.
A Wall Street i futures viaggiano a due velocità, con quelli sul Nasdaq che balzano di oltre l’1%, beneficiando dell’effetto Meta.
Meta Platforms (ex Facebook) ha annunciato di aver riportato nel quarto trimestre del 2022 un fatturato che ha battuto le attese del consensus e un piano di buyback del valore di $40 miliardi.Entrambi i fattori stanno facendo volare il titolo del 20%, nelle contrattazioni di Wall Street.
Il fatturato di Meta relativo al quarto trimestre del 2022 si è attestato a $32,17 miliardi, meglio dei $31,53 miliardi previsti, secondo le stime di Refinitiv. L’utile per azione è stato pari a 1,76 dollari.
Tornando alle banche centrali, la Bank of England ha annunciato oggi di aver alzato i tassi di interesse UK al record degli ultimi 14 anni, ovvero al 4%, in una nuova mossa concepita per sfiammare l’inflazione. La stretta monetaria è stata pari a +25 punti base, come da attese.
La BoE ha precisato anche che “l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo a livello globale rimane elevata, sebbene è probabile che abbia testato il picco in molte economie avanzate, incluso il Regno Unito. I prezzi all’ingrosso del gas sono scesi di recenti, così come le interruzioni che hanno colpito le catena di approviggionamento sono in qualche modo rientrate a causa della domanda globale. Molte banche centrali hanno continuano ad alzare i tassi, sebbene il mercato prezzi una riduzione dei tassi andando più avanti”. Tale frase sta rinfocolando le speranze dei trader che, a livello mondiale, l’inflazione stia finalmente decelerando, permettendo così alle banche centrali di essere meno hawkish.
Qualcuno ha parlato addirittura di una svolta dovish anche da parte della Fed di Jerome Powell, che ieri ha alzato i tassi sui fed funds Usa di 25 punti base al nuovo range compreso tra il 4,5% e il 4,75%, record dall’ottobre del 2007.
Con tutta la cautela possibile, Jerome Powell ha ammesso che “ora possiamo dire, credo per la prima volta, che il processo disinflazionistico sia iniziato”.
Certo, la precisazione è arrivata veloce come un lampo. Il banchiere centrale ha detto subito infatti che sarebbe “molto prematuro dichiarare vittoria” contro l’inflazione.
Tornando alla Bce, riguardo al tasso terminale dell’area euro, per ora la comunità degli economisti prevede un aumento (dei tassi) fino al 3,5% (rispetto al 2% attuale, che diventerà 2,5% con la stretta odierna), entro la fine dei primi sei mesi di quest’anno, come emerge da un sondaggio di Reuters.
Non mancano tuttavia previsioni decisamente più hawkish, come quella di Nouriel Roubini, che puntano a livelli anche superiori al 4%, tra l’altro in un momento di alta tensione tra l’Italia del governo Meloni e la Bce di Christine Lagarde.