Riforma delle pensioni, il Governo rimanda tutto
Nuovo stop per la riforma sulle pensioni.
L’incontro previsto con i sindacati è slittato di qualche giorno: a monte di questa pausa ci sarebbero delle ragioni istituzionali: almeno questa è la giustificazione fornita da Marina Calderone, Ministro del Lavoro.
L’appuntamento è stato fissato nuovamente per lunedì 13 febbraio.
Per il momento non sono chiare le motivazioni, che hanno portato a questo stop temporaneo alla riforma. Il comunicato, che il ministro ha inviato ai sindacati poco meno di ventiquattro ore prima dell’appuntamento, si limita a parlare di impegni istituzionali sopraggiunti. Essendo riservati, non sono stati forniti ulteriori dettagli.
Riforma delle pensioni, un rinvio preoccupante
L’apertura del tavolo sulla riforma delle pensioni era particolarmente attesa dalle parti sociali, che stanno aspettando delle risposte concrete. Al centro della discussione ci sarebbe stata Opzione Donna, per la quale il Governo teme possano arrivare nuove richieste e nuove pretese. Quello che sarà necessario fare, comunque, è una maggiore chiarezza sui fondi e sulle risorse che sono destinate dalla nuova riforma delle pensioni.
Proprio su Opzione Donna, Marina Calderone aveva tentato di rassicurare le parti sociali, ma ad oggi non è arrivata alcuna novità su questa misura di flessibilità, che, almeno stando alle prime stime, dovrebbe coinvolgere 2.500 lavoratrici. Un numero basso, limitato proprio dall’ultima Legge di Bilancio. Ricordiamo che questa misura, che è stata ampiamente modificata per il 2023 e, adesso, prevede l’uscita per tutte le lavoratrici a 60 anni e non più a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome. Le stesse devono aver versato almeno 35 anni di contributi e devono passare al ricalcolo dei contributi con il meccanismo contributivo.
Rimane ancora aperta l’ipotesi di continuare a prevedere l’età minima di Opzione Donna a 60 anni, mentre dovrebbe essere eliminata la questione figli come bonus per andare in pensione fino a due anni in anticipo, per le donne fino a due figli. L’idea dei sindacati è quella di ritornare ai vecchi requisiti che, durante lo scorso anno, avevano permesso a più lavoratrici di uscire anticipatamente dal lavoro. Secondo i dati dell’Inps, infatti, le pensioni liquidate nello scorso anno con opzione donna sono state 23.812, il 15% in più rispetto al 2021.
A preoccupare i sindacati, in queste ore, è sicuramente la mancanza di risposte concrete da parte del Ministero: gli scettici ritengono che dietro al rinvio dell’appuntamento con le parti sociali ci sia proprio questa spiegazione. Tra l’altro, proprio in questi giorni, i sindacati stanno attendendo un documento, attraverso il quale vengano fissate le modifiche dalla Legge Fornero: questo rappresenterebbe il primo passo della riforma delle pensioni tanto attesa e tanto auspicata, ma a cui, almeno per il momento, non sembra essere stato dato alcun seguito.
Il Governo, comunque vada, ha promesso che entro la fine della primavera troverà un accordo, in modo da riuscire a stanziare le risorse con il Def. Per il momento tra i sindacati non vi è particolare fiducia nei confronti di una vera e propria riforma delle pensioni.