Borsa Tokyo +0,31%, borsa Hong Kong -1,9% dopo inflazione Cina. Paura tassi a Sidney
Azionario asiatico prevalentemente negativo, dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione cinese, misurato dall’indice dei prezzi al consumo CPI.
Il dato è salito del 2,1% nel mese di gennaio, riportando il rialzo più forte degli ultimi tre mesi, anche se lievemente inferiore all’aumento del 2,2% atteso dal consensus degli analisti.
Su base mensile, il CPI della Cina è salito dello 0,8%, oltre le attese.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,31%. Male la borsa di Sidney, in calo dello 0,76%, mentre Hong Kong e Shanghai arretrano rispettivamente dell’1,90% e dello 0,31%. La borsa di Seoul cede lo 0,52%.
Dichiarazioni hawkish sui tassi da parte della banca centrale australiana, la RBA-Reserve Bank of Australia, che ha sottolineato che l’inflazione rimane elevata, prevedendo ulteriori strette monetarie.
Qualche giorno fa, l’RBA ha alzato i tassi di 25 punti base, portandoli al 3,35%, record degli ultimi 10 anni. Gli indici azionari risentono in generale del calo di Wall Street della vigilia: il Dow Jones ha perso quasi 250 punti, lo S&P 500 è arretrato dello 0,9%, mentre il Nasdaq Composite ha sottoperformato il mercato con una flessione dell’1,02%. Nel premarket, i futures sul Dow Jones, sullo S&P 500 e sul Nasdaq perdono rispettivamente lo 0,07%, lo 0,10% e lo 0,14%.