Smart working, arriva la proroga al 30 giugno
Smart working: la proroga c’è. Soddisfazione del ministro Calderone
Prorogato fino al 30 giugno 2023 lo smart working: i lavoratori del settore privato o della pubblica amministrazione hanno la possibilità di lavorare da remoto.
Piena soddisfazione per questa proroga arriva da Marina Calderone, Ministro del Lavoro, che aveva annunciato la misura lo scorso 26 gennaio.
Il capitolo più importante, riguarda sicuramente le coperture finanziarie, che sono pari a 16 milioni di euro e che sono state stanziate dai Ministeri dell’Economia e delle Finanze, da quello del Lavoro e dal Ministero dell’Istruzione.
Questi fondi servono per garantire le sostituzioni dei lavoratori fragili nella Pubblica Amministrazione, che hanno iniziato a lavorare con lo smart working.
Smart working, prorogato fino al 30 giugno
Prorogato fino al 30 giugno 2023 lo smart working per i lavoratori fragili.
Per quanti sono impiegati nel settore privato, la possibilità di accedere al lavoro agile è stata estesa anche a quanti sono genitori di ragazzi con meno di quattordici anni.
L’emendamento, che ha previsto la proroga allo smart working, è arrivato in extremis al Decreto Milleproroghe ed è stato firmato dal Dem Antonio Nicita.
Il documento è stato approvato all’unanimità dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio dello Stato.
In estrema sintesi questa modifica proroga fino al 30 giugno 2023 la possibilità di accedere allo smart working, anche in assenza di eventuali accordi individuali.
Il lavoro agile, però, deve essere compatibile con le caratteristiche della prestazione professionale fornita.
Leggermente più complessa, invece, è la situazione per i lavoratori fragili della Pubblica Amministrazione.
In questo caso, il Ministero del Lavoro ha comunicato di aver mantenuto la promessa sulla possibilità di lavorare da remoto.
Il Pd, invece, attraverso il presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi, sottolinea che “ieri avevamo denunciato con forza la bocciatura da parte del governo della proroga delle tutele per i lavoratori fragili – spiega Malpezzi. – Ma la notte deve aver portato consiglio: il governo ha cambiato idea e, per quanto con una grave violazione delle procedure parlamentari per riportare in vita il nostro emendamento che la maggioranza con superficialità aveva bocciato, ha acquisito una piccolissima parte del nostro emendamento a tutela dei lavoratori fragili”.
Un vero e proprio impegno
Marina Calderone, Ministro del Lavoro, aveva assunto, lo scorso 26 gennaio 2023, un vero e proprio impegno sullo smart working.
Durante un question time al Senato, mentre rispondeva ad un’interrogazione presentata dal Partito Democratico, la Calderone aveva assicurato che sarebbero state trovare le coperture per permettere lo smart working alle categorie di lavoratori più fragili.
La copertura, pari a 16 miliardi di euro, è stata trovata.
I fondi arrivano dai Ministeri del Lavoro, dell’Economia e dell’Istruzione.
La cifra, però, potrebbe non bastare a coprire le necessità di tutti i lavoratori fragili, che hanno la necessità di lavorare in smart working e che devono essere sostituiti nelle loro mansioni.
“Ringrazio gli uffici – ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a margine dei lavori delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato -. I ministeri hanno lavorato tutta la notte e tutta la mattina per riuscire a recuperare i 16 milioni di euro necessari a prorogare la norma. Un lavoro molto complesso che però ci ha consentito di risolvere anche questa questione che stava a cuore a tutta la Commissione”.