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Bce: ‘Rischi per outlook Pil e inflazione divenuti più equilibrati’

16 Febbraio 2023 10:20

“I rischi per le prospettive in termini di crescita economica (Pil area euro) sono divenuti più equilibrati”. E’ quanto si legge nel bollettino della Bce appena pubblicato che sottolinea tuttavia che “la guerra ingiustificata mossa dalla Russia all’Ucraina e alla sua popolazione continua a rappresentare un significativo rischio al ribasso per l’economia e potrebbe nuovamente sospingere al rialzo i costi dei beni energetici emalimentari”.

“Un ulteriore freno alla crescita nell’area dell’euro – continua l’Eurotower – potrebbe inoltre derivare da un eventuale indebolimento dell’economia mondiale più brusco rispetto alle attese. In aggiunta, se la pandemia dovesse tornare a intensificarsi e causare nuovamente turbative dal lato dell’offerta, la ripresa ne risulterebbe ostacolata”.

“Tuttavia – si legge ancora nel bollettino della Bce – lo shock energetico potrebbe esaurirsi più rapidamente di quanto anticipatoe le imprese dell’area dell’euro potrebbero adeguarsi più velocemente al difficile contesto internazionale. Questi fattori sosterrebbero una crescita maggiore rispetto alle attese correnti”.

Inoltre, prosegue la Bce, “anche i rischi per le prospettive di inflazione sono divenuti più equilibrati, soprattutto

a breve termine. Per quanto riguarda i rischi al rialzo, le attuali pressioni inflazionistiche potrebbero ancora far aumentare i prezzi al dettaglio nel breve periodo”.

Ancora, “un recupero dell’economia cinese più marcato del previsto potrebbe imprimere un nuovo impulso alle quotazioni delle materie prime e alla domanda estera. Fattori interni quali il protratto incremento delle aspettative di inflazione al di sopra dell’obiettivo o aumenti salariali maggiori di quanto prospettato potrebbero sospingere al rialzo l’inflazione, anche nel medio termine”.

“Per quanto concerne i rischi al ribasso – precisa l’Eurotower – se il recente calo delle quotazioni energetiche dovesse persistere, la diminuzione dell’inflazione potrebbe risultare più rapida delle attese. Queste pressioni al ribasso della componente energetica potrebbero poi tradursi anche in una dinamica più contenuta dell’inflazione di fondo. Un ulteriore indebolimento della domanda contribuirebbe inoltre a spinte sui prezzi meno intense di quanto anticipato

al momento, soprattutto nel medio periodo”.