Petrolio e gas, con la guerra i guadagni lievitano a $4.000 miliardi
Quattro trilioni, ossia 4mila miliardi di dollari, ammontano a questa cifra i profitti maturati nel 2022 dall’industria del petrolio e del gas. Una cifra enorme, spropositata, rispetto ai profitti maturati nel corso degli ultimi anni, che si attestavano unicamente intorno ai 1.500 miliardi. Numeri che sono lievitati di parecchio, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e la crisi energetica che ne è seguita.
Numeri e proporzioni dei prodotti dell’industria petrolifera e del gas sono stati forniti Fatih Birol, capo dell’Agenzia Internazionale dell’Energie (AIE). Profitti enormi, spaventosi, ma che comunque hanno permesso a Birol di avvertire i paesi che dipendono dalle entrate di gas e petrolio, che dovrebbero prepararsi a ridurre questa loro dipendenza. Nel lungo periodo, infatti, la domanda è destinata a diminuire.
Nel corso di una conferenza che si è tenuta ad Oslo, il capo dell’AiE ha sottolineato che sono principalmente “i Paesi del Medio Oriente devono diversificare le loro economie. A mio avviso, il Cop28 potrebbe essere un’ottima pietra miliare per cambiare il destino dei Paesi del Medio Oriente. Non è più possibile gestire una nazione la cui economia dipende per il 90% dai proventi del petrolio e del gas, perché la domanda di petrolio diminuirà“.
I numeri dell’industria del petrolio
Nel corso del 2022 le principali compagnie, che operano nel petrolio e nel gas, hanno registrato profitti annuali da record. Hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi determinati dalla guerra in Ucraina: i prezzi avevano iniziato ad aumentare in precedenza, ma lo scoppio del conflitto ha peggiorato una situazione che era già in atto.
Stando alle stime degli analisti di Refinitiv, le principali compagnie petrolifere – tra le quali ci sono Exxon Mobil, Chevron, BP, Shell e TotalEnergies – dovrebbero portare un utile combinato, per il 2022, di 190 miliardi di dollari. Volendosi soffermare un attimo solo su Chevron, questa compagnia ha registrato un profitto pari a 36,5 miliardi di dollari nel 2022, che corrisponde a più del doppio degli utili degli anni precedenti. Una cifra, comunque, che è inferiore del 6,6% alle previsioni di Wall Street.
Sulla stessa scia si è collocata Shell, i cui profitti nel 2022 hanno raggiunto quota 39,9 miliardi di dollari, ossia il doppio dell’anno precedente e senza dubbio i più alti di tutta la sua storia, che dura ormai da 115 anni. È stato superato anche il precedente record del 2008 di 31 miliardi di dollari. Come non dimenticare, poi, il gruppo americano ExxonMobil, che, sempre nel 2022, ha registrato utili record pari a 55,7 miliardi di collari, il doppio rispetto a quanto registrato l’anno precedente. BP, nei tre mesi compresi tra luglio e settembre, è riuscita a raddoppiare a 8 gli utili dello stesso periodo del 2021, riuscendo a raggiungere gli 8,2 miliardi di utili.
Erin McGrath, portavoce di ExxonMobil, intervistata dalla CNBC, ha sottolineato che i prezzi dell’energia così alti sono il risultato di uno squilibrio tra domanda ed offerta. I risultati così alti della compagnia, secondo il portavoce di ExxonMobil, sarebbero anche da attribuire agli investimenti effettuati dalla compagnia nel corso degli ultimi cinque anni.
Il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha condannato l’enorme mole di profitti, che è stata realizzata dalle compagnie energetiche. Queste società comunque, sono riuscite a generare tutti questi profitti anche per merito di alcune politiche messe in atto dai vari governi statunitensi. Biden ha accusato le compagnie petrolifere di aver raccolto una manna di guerra, rifiutandosi contemporaneamente di aiutare a ridurre i prezzi del gas alla pompa per i consumatori americani. Inoltre, la Casa Bianca ha protestato contro la decisione della Chevron di triplicare la sua spesa per il riacquisto di azioni, pari ora a 75 miliardi di dollari.