Piazza Affari chiude debole, male banche e titoli oil
Giornata interlocutoria per Piazza Affari con energetici e banche a guidare i ribassi. L’indice Ftse Mib segna a fine contrattazioni -0,21% a quota 26.525 punti. I numeri oltre le attese diffusi ieri sera da Tesla non sono bastati a trainare i mercati a nuovi rialzi. Tornano invece in primo piano i timori di inflazione. Nel Commodity Markets Outlook la World Bank stima che i prezzi inizieranno a diminuire solo nella seconda metà del prossimo anno, man mano che i vincoli di offerta si attenuano. L’impennata di quest’anno “pone significativi rischi a breve termine per l’inflazione globale e, se sostenuta, potrebbe anche pesare sulla crescita dei paesi importatori di energia”, aggiungono gli esperti della World Bank.
Torna in primo piano anche il caso Evergrande complice il flop delle trattative con Hopson Development Holdings per la vendita di alcuni suoi asset, facenti parte della sua divisione di servizi Evergrande Property Services, alla rivale Hopson.
Tra le big di Piazza Affari si segnalano i cali dei titoli oil in scia alla discesa dei prezzi del petrolio. Eni ha ceduto l’1,5 per cento circa, peggio ha fatto Tenaris (-1,95%). Tra le banche male Banco BPM e Bper con oltre -1%, mentre Unicredit ha limitato i cali a -0,635%.
Male oggi Telecom Italia (-1,43% a 0,3319 euro) che il 27 ottobre diffonderà i conti del 3° trimestre. Gli analisti di Equita SIM prevedono dinamiche in miglioramento in termini di clienti fisso e mobile domestici grazie a una riduzione dei tasso di abbandono. I clienti mobili sono visti in calo di 150mila unità (-248mila nel 2Q) e clienti fisso stabili (-9mila nel 2Q). I risultati di gruppo dovrebbero evidenziare -1,3% di ricavi a 3,849 mld e -6,2% di ebitda AL a 1,477 mld. In virtù di ciò Equita riduce le stime sull’intero 2021 tagliando la valutazione a 0,35 euro (da 0,37 euro) sulle azioni ordinarie e a 0,38 euro (da 0,40) sulle azioni risparmio.