La riforma fiscale parte dall’Iva e dall’Irpef
Quali saranno i punti principali della riforma fiscale prevista dal Governo Meloni? Si partirà dalla razionalizzazione dell’Iva, si ridurranno le aliquote Irpef, che passeranno da quattro a tre. Si metterà mano, andandole ad ottimizzare, le agevolazioni fiscali e sarà taglierà l’Ires. Sono molte le novità che bollono in pentola e sono molteplici i punti sui quali il nuovo esecutivo è al lavoro e che ruotano intorno alla nuova delega fiscale.
Adesso tutto è nelle mani di Maurizio Leo, il viceministro dell’Economia, che nel corso di un convegno sui cinquant’anni dell’introduzione dell’Iva, che si è tenuto nel corso dei giorni scorsi, ha delineato la tabella di marcia della riforma. Leo ha, infatti, spiegato che il nuovo Governo stia lavorando “alacremente per portare entro la prima quindicina di marzo in Consiglio dei ministri un testo della riforma fiscale abbastanza strutturato e articolato”.
Riforma fiscale, i punti cruciali
Sicuramente uno dei temi più importanti della riforma fiscale è l’Irpef. L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si è posto un importante obiettivo: quello di tagliare il cuneo fiscale di almeno cinque punti entro fine mandato. Un traguardo che verrà raggiunto gradualmente e il cui scopo fondamentale è quello di andare a semplificare il sistema. Ma non solo: si vuole anche abbassare la pressione fiscale.
Il primo passo, sicuramente, è quello di abbassare le aliquote Irpef, portandole da quattro – come aveva stabilito il Governo guidato da Mario Draghi – a tre. Questo taglio delle aliquote fiscali sarà accompagnato da una vera e propria revisione delle agevolazioni fiscali: un’operazione necessario per recuperare risorse, ma soprattutto per portare un beneficio diretto in busta paga per tutti i lavoratori. In modo che la riforma fiscale possa essere toccata con mano da tutti i contribuenti.
Maurizio Leo, inoltre, sottolinea che sarà necessario anche un intervento sull’Iva. Il ministro ha iniziato a tratteggiare quelli che potrebbero essere i primi cambiamenti in questo particolare segmento della riforma fiscale:
Nel settore alimentare, ad esempio, abbiamo il 4% per il pane, il 10% per la carne e il pesce e un 22% per una bottiglia d’acqua minerale, andare a razionalizzare è assolutamente necessario.
Proprio per l’Iva potrebbe essere introdotta l’aliquota zero, che prevederebbe l’esenzione con diritto alla detrazione per particolari prodotti, come era stato previsto, ad esempio, per i vaccini contro il Covid 19.
La riforma fiscale, inoltre, passerà anche dall’Ires, che è l’imposta sul reddito delle società. Il ministro, in questo caso, ha previsto una revisione complessiva dell’impianto: potrebbe, inoltre, arrivare una riduzione dell’aliquota, che potrebbe scendere al 24%. Ma non solo: il Governo avrebbe intenzione, inoltre, di attirare gli investimenti delle aziende estere, che avevano optato per produrre altrove. O che potrebbero essere intenzionate a sbarcare nel nostro paese. L’ipotesi al vaglio sarebbe quella di incentivare il loro arrivo nel nostro paese attraverso un fisco più chiaro, che sia caratterizzato da una tassazione inferiore e più competitiva rispetto a quella di altri paesi.
Carlo Nordio, ministro della Giustizia, in un messaggio inviato al congresso dell’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi, ha spiegato che “le innovazioni introdotte nella riforma tributaria sono molteplici, dall’introduzione di un ruolo autonomo e professionale della magistratura tributaria, agli interventi sul piano processuale, fino alla creazione in Cassazione di una sezione civile dedicata alle controversie tributarie. L’obiettivo ultimo è uno solo: contribuire – con una giustizia sempre più rispettosa dei principi costituzionali del giusto processo – alla competitività del Paese, favorendo anche l’attrazione degli investimenti esteri”.