La riforma del fisco arriva entro metà marzo
La riforma del fisco dovrebbe arrivare entro la metà di marzo. A confermare questa scadenza ci ha pensato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia. Entro metà mese arriverà in Consiglio dei Ministri la legge delega sulla riforma del fisco. Leo ha confermato che si è alle battute finali e che la prossima settimana dovrebbe essere quella buona per la sua approvazione.
Capitolo importante, per quanto concerne la riforma del fisco, è la richiesta arrivata dall’Unione europea, che chiede all’Italia di recuperare dalla Chiesa l’Ici per le annualità 2006-2011. Su questo punto Leo ha spiegato che, nel momento in cui ci sono delle regole comunitarie, è necessario uniformarsi. È necessario, però, andare a verificare le situazioni in cui non c’è commercialità: secondo Leo in quei casi è indispensabile vedere come rendere coerente quelle che sono le indicazioni della Ue con la peculiarità di certe strutture della Chiesa Cattolica.
Riforma del fisco: le intenzioni del governo
Quali saranno i cardini sui quali si appoggerà la riforma del fisco. Maurizio Leo ha confermato l’intenzione del governo guidato da Giorgia Meloni di ridurre a tre le aliquote dell’Irpef. Per ottenere questo risultato si farà leva su una revisione delle tax expenditures, ossia delle detrazioni e deduzioni fiscali.
Secondo Leo ci sono tutte le condizioni perché si riduca il numero dell aliquote, che possono essere ridotte a tre. Leo ha poi aggiunto che abbiamo “circa 600 tax expenditure che cubano 156 miliardi. Là si può intervenire. Se si fa una revisione attenta si possono trovare le risorse per calibrare meglio le aliquote”. Il viceministro, inoltre, ritiene che il fisco possa costituire una leva importante per accelerare la ripresa. I tempi, ora come ora, sono maturi per una riforma strutturale, che vada a cambiare l’impostazione del sistema tributario, che adesso risulta essere datata.
Una vera e propria riforma è stata effettuata nel corso degli anni Settanta, spiega Leo, successivamente sono arrivati una serie di interventi, che ne hanno fatto solo la manutenzione. Quello che il Governo ha intenzione di fare ora come ora è un vero e proprio riordino di tutto il sistema tributario.
Leo ha spiegato che prima di tutto “vogliamo rendere coerente il nostro ordinamento con quelle che sono le regole dell’Unione europea e internazionali. E poi intervenire sui singoli tributi l’Irpef, l’Ires, l’Iva ma anche gli altri tributi minori, alcuni dei quali si possono anche eliminare”. Leo, inoltre, ritiene che sia necessario intervenire sui procedimenti di accertamento. Ma soprattutto è indispensabile andare a modificare il rapporto del contribuente con il fisco. Il pasos successivo sarà quello di semplificare e ridurre il tax gap che si è attestato dagli anni 2000 ad oggi, che è compreso tra i 75 ed i 100 miliardi di euro.
Incentivi alle imprese che assumono
All’interno della riforma del fisco, vengono pensati anche degli incentivi alle imprese, che hanno intenzione di fare delle assunzioni. Una delle possibilità al vaglio è quella di ridurre la tassazione, come ad esempio l’Ires, per le imprese che assumono persone che stanno percependo il reddito di cittadinanza, siano degli ultracinquantenni e le donne. Gli incentivi possono essere riservati anche alle aziende che facciano degli investimenti più innovatici come il patent box.
Per quanto riguarda il recupero dell’Ici non versato dalla Chiesa, Leo spiega: “ovviamente quando ci sono delle regole comunitarie bisogna uniformarsi però anche lì bisogna vedere i limiti perché ci sono delle situazioni in cui non c’è la commercialità allora in quei casi bisogna vedere come rendere coerente quelle che sono le indicazioni della Ue con la peculiarità di certe strutture della Chiesa Cattolica”.