Wall Street sull’attenti in attesa grande market mover. SVB: titolo affonda -45% dopo crollo vigilia
Wall Street sull’attenti in attesa della pubblicazione della pubblicazione del grande market mover che deciderà la direzione che i mercati prenderanno a partire da oggi in poi.
Alle 13.50 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones perdono lo 0,32%, in calo di oltre 100 punti, i futures sul Nasdaq arretrano dello 0,10% e i futures sullo S&P 500 scendono dello 0,23%.
Il market mover cruciale è il report occupazionale Usa di febbraio, che indicherà la crescita dei nuovi posti di lavoro e il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, e che sarà reso noto alle 14.30 ora italiana.
Dopo il boom shock di gennaio, quando sono stati creati negli Stati Uniti ben 517.000 nuovi posti di lavoro, gli economisti intervistati da Dow Jones prevedono un aumento dei nuovi posti di lavoro, a febbraio, di 225.000 unità.
Il tasso di disoccupazione è atteso rimanere invariato rispetto a gennaio, al 3,4%, dunque al minimo dal 1969.
Riguardo ai salari orari, le attese sono di un aumento dello 0,4% su base mensile e del 4,8% su base annua.
Negli ultimi giorni, nel far riferimento a un’economia più solida delle attese, il presidente della Fed Jerome Powell ha detto chiaramente, nella sua audizione al Congresso, che i tassi potrebbero salire a un livello superiore rispetto a quanto anticipato, a causa della necessità di fermare la crescita dell’inflazione, ancora troppo sostenuta.
“Gli ultimi dati macroeconomici si sono confermati più forti delle attese, fattore che suggerisce che il livello finale dei tassi di interesse sarà probabilmente più alto di quanto anticipato in precedenza”, ha detto Powell, aggiungendo che la Fed potrebbe dunque tornare ad alzare i tassi in modo più aggressivo rispetto a quanto ha deciso di fare nell’ultima riunione, quando ha annunciato una stretta monetaria di 25 punti base, portando il costo del denaro al range compreso tra il 4,5% e il 4,75%.
“Se l’insieme dei dati dovesse indicare la necessità di varare una politica restrittiva più forte, saremmo pronti ad aumentare il ritmo dei rialzi dei tassi”, ha detto il numero uno della Federal Reserve.
Oggi insieme all’ansia Fed-tassi, si aggiunge anche un grande mal di testa per Wall Street.
Ad affossare gli indici azionari Usa nella sessione di ieri è stato l’annuncio shock arrivato da SVB Financial, il cui titolo è precipitato del 60% dopo che la banca della Silicon Valley ha annunciato un aumento di capitale di oltre 2 miliardi di dollari, volto a compensare le perdite sofferte con la vendita di un portafoglio costituito soprattutto da Treasuries Usa.
Il portafoglio di SVB presentava un rendimento medio dell’1,79%, decisamente inferiore al valore attuale dei tassi dei Treasuries a 10 anni, pari a circa il 4%.
L’annuncio di SVB ha scatenato un’ondata di smobilizzi a Wall Street: il Nasdaq Composite ha perso il 2,05%, mentre lo S&P 500 è capitolato dell’1,85%. Il Dow Jones è crollato di 543,54 punti, o dell’1,66%, scendendo al di sotto della media mobile in 200 giorni, per la prima volta dallo scorso 9 novembre.
Tutti e tre gli indici azionari principali di Wall Street si apprestano a concludere la settimana con una perdita di almeno il 3%.
Il titolo SVB è stato attaccato da ripetuti sell off, sulla scia dei dubbi degli investitori sulla capacità di Silicon Valley Bank di riuscire a erogare ancora prestiti a diversi clienti, tra cui spiccano in particolare start up attive nel settore hi-tech, i cui bilanci non versano tra l’altro, in diversi casi, in buone condizioni di salute. Tutt’altro.
Le vendite hanno portato il titolo SVB a crollare ai minimi dal 2016, azzerando una capitalizzazione di mercato di oltre 80 miliardi di dollari, stando ai dati di Reuters.
Il tonfo delle quotazioni della banca continua nelle contrattazioni afterhours di Wall Street: il titolo Silicon Valley Bank precipita di oltre il 45% dopo il crollo pari a -60,41% della vigilia, che ha portato le azioni a capitolare a quota 106,04 dollari.
Il caso SVB ha innescato i sell sul settore finanziario, che ieri si è confermato il peggiore dell’indice S&P 500, perdendo il 4,1%, e chiudendo così la sessione peggiore dal 2020.
L’attenzione rimane focalizzata anche sulla curva dei rendimenti Usa, dopo che lo spread negativo tra i tassi dei Treasuries a due anni e i tassi a 10 anni ha testato il valore massimo dal 1981, a conferma dell’inversione della curva più forte da quell’anno, dopo le parole di Powell.
Nella sessione di martedì i tassi dei titoli di stato Usa a due anni sono balzati fino a oltre il 5%, al 5,08%, livelli record dalla metà del 2007, mentre i tassi a dieci anni sono tornati a superare la soglia del 4%, attorno al 3,95%.
Al momento i tassi dei Treasuries a 10 anni si confermano sotto il 4%, attorno al 3,823%, mentre i tassi dei titoli di stato Usa a due anni arretrano al 4,761%.