Piazza Affari chiude a -1,55%, Wall Street incerta con focus su banche e mosse Fed
Seduta in calo per le borse europee e per Piazza Affari, in un clima di avversione al rischio. Il Ftse Mib termina in ribasso dell’1,55% a 27.282 punti, frenato soprattutto da Finecobank (-4,6%), Bper (-4,5%), Prysmian (-4,3%) e Cnh (-3,9%). In controtendenza Buzzi Unicem (+3%), Leonardo (+2,85%) e Italgas (+1,65%).
Nel frattempo, Wall Street viaggia poco mossa dopo il sell-off della seduta precedente innescato dalle turbolenze nel settore finanziario. Le conseguenze del caso SVB, la banca della Silicon Valley che ieri ha annunciato un aumento di capitale di oltre 2 miliardi di dollari per coprire le perdite in portafoglio, si aggiungono ai dubbi sulle prossime mosse di politica monetaria.
I dati di oggi sul mercato del lavoro statunitense hanno evidenziato la creazione di 311 mila nuovi posti di lavoro, dato superiore alle attese, ma anche un tasso di disoccupazione in aumento al 3,6% e una crescita salariale in rallentamento.
Un set di numeri contrastanti, che lascia molta incertezza sull’entità del prossimo ritocco dei tassi da parte della Federal Reserve. Decisivi saranno dunque i dati sull’inflazione Usa in uscita la prossima settimana.
In Europa, i riflettori sono già puntati sulla Bce, che si riunirà giovedì e alzerà il costo del denaro di 50 punti base. Bisognerà capire se Lagarde e colleghi lasceranno aperta la porta ad altri interventi restrittivi a maggio e nelle riunioni successive.
Il clima di avversione al rischio ha scatenato gli acquisti sull’obbligazionario, spingendo al ribasso i rendimenti. Fra i Treasury statunitensi, il biennale scende al 4,72% e il decennale si ridimensiona al 3,76%. Lo spread Btp-Bund si amplia oltre 181 punti base, con la carta italiana in discesa al 4,32%.
Sul Forex, il cambio euro/dollaro risale a 1,066 e il dollaro/yen si deprezza a 135,2 dopo i dati americani e la conferma della politica monetaria accomodante della Bank of Japan nell’ultima riunione guidata da Kuroda. Fra le materie prime, infine, petrolio (Brent) in rialzo a ridosso degli 83 dollari al barile.