Siamo a rischio di una nuova bolla immobiliare? A cosa stare attenti
Prima il fallimento di Silicon Valley Bank, poi i problemi in Europa di Credit Suisse, per la quale ha dovuto intervenire la Banca Nazionale Svizzera con un prestito da 50 miliardi di franchi: le preoccupazioni degli investitori non sembrano destinate a placarsi in tempi brevi.
Un altro fronte che potrebbe aprirsi in questi giorni è il rischio di una bolla immobiliare, un settore che è strettamente legato a quello bancario.
L’immobiliare costituisce, a tutti gli effetti, un settore particolarmente complesso, per il quale non è possibile valutarne lo stato di salute.
Riuscire ad effettuare una radiografia del real estate diventa difficile, soprattutto quando il costo del denaro risulta essere basso e il comparto diventa una vera e propria riserva di valore a difesa di eventuali cicli recessivi.
Quando poi arrivano le sterzate sui tassi, può diventare difficile riuscire ad ottenere della liquidità dagli asset immobiliari, per poter trasferire le finanze in settori che possano garantire dei rendimenti sicuri.
Nel momento in cui, però, il mercato immobiliare è paralizzato, siamo davanti ad un segno evidente: una tempesta economica è in arrivo.
Bolla immobiliare
Oggi come oggi, siamo davanti da una bolla immobiliare? Non ancora.
Diversi operatori, però, hanno messo in evidenza che da diverse settimane il settore sta andando in sofferenza.
La corsa all’uscita di molti investitori dai fondi garantiti proprio dal mercato immobiliare, li sta costringendo a bloccare eventuali prelievi di risorse. O quanto meno a calmierare i ritiri.
Il timore è che si possano creare delle situazioni di tensione, come quella ha visto il default del fondo Blackstone su una obbligazione del valore di 531 milioni di euro, che era stata garantita dal portafoglio immobiliare costituito da una sessantina di edifici, che erano di proprietà della società finlandese Sponda Oy.
Paolo Mastrolilli, corrispondente da New York per La Repubblica, ricorda che “le operazioni di Blackstone non erano necessariamente scellerate in partenza, ma sono state complicate da cigni neri come l’epidemia di Covid, che ha prima rivoluzionato il panorama del mercato immobiliare, e poi generato l’inflazione che ha reso inevitabile il rialzo dei tassi“.
Questa situazione sembra rendere particolarmente liquido il contesto generale, contrassegnato da una stretta dei tassi, da un’ondata di sfiducia sul mercato.
Ma soprattutto dal timore di una perdita di valore strutturale degli immobili, che avrebbe come prima conseguenza diretta il deprezzamento di molti portafogli, dai quali potrebbe essere necessario sdoganarsi velocemente.
Dobbiamo, comunque, ricordare che Blackstone rimane una società sicura e che non risulta essere esposta a problemi strutturali.
Purtroppo il mercato potrebbe cambiare in qualsiasi momento, sotto il peso dell’economia globale. La prima conseguenza sarebbe il mutamento della struttura di riferimento e l’ecosistema.
Anche se questo avverrebbe in maniera completamente diversa rispetto alla bolla immobiliare del 2008.
Cosa accadde nel 2008
La bolla immobiliare, nel 2008, partì dal basso.
In questo momento, invece, la situazione è completamente diversa: adesso siamo all’apice di un decennio nel quale il real estate è stato, a tutti gli effetti, riserva di valore.
Ma soprattutto è riuscito ad attrarre degli investimenti strategici da parte di fondi, privati e compagnie varie.
Il settore immobiliare, inoltre, costituisce il simbolo stesso della crescita dimensionale di alcuni settori produttivi di molte città.
Cosa si devono aspettare gli investitori?
Quello che potrebbe arrivare, più che un’ondata di default di singoli individui che hanno sottoscritto dei mutui, potrebbe essere uno sgonfiamento degli asset più pregiati, che potrebbe alimentare un vento recessivo.