Pil Cina e dividendi tengono banco a Piazza Affari, banche ancora sotto i riflettori
Primi scorci della nuova settimana con prevalenza dele vendite sui mercati. L’indice Ftse Mib cede lo 0,49% a quota 26.359 punti. A frenare i mercati stamattina sono i deboli riscontri arrivati dalla Cina. Nel terzo trimestre dell’anno, il Pil cinese è salito del 4,9% su base annua, meno della crescita pari a +5,2% attesa dagli analisti. Su base trimestrale, il Pil della Cina è avanzato dello 0,2%, meno del +0,5% stimato dal consensus e contro il precedente aumento dell’1,3%.
“C’erano molti fattori locali per la Cina: gli effetti meteorologici, la politica di tolleranza zero nei confronti del COVID-19 e l’impatto dei prezzi più alti dell’energia in un’economia che è un consumatore di energia inefficiente. Ciò significa che non esiste una lettura globale automatica della posizione della Cina”, spiega Paul Donovan, capo-economista della sua divisione Wealth Management di UBS.
Sullo sfondo rimangono accesi i timori inflattivi. “Venerdì le robuste vendite al dettaglio statunitensi hanno sollevato i rendimenti USA e sostenuto il dollaro USA. Durante il fine settimana, il governatore della Banca d’Inghilterra Bailey ha avvertito che la banca “dovrà agire” per frenare le pressioni inflazionistiche. A detta di Jeffrey Halley, analista di mercato senior, Asia Pacifico, OANDA, i mercati stanno bloccando e caricando un aumento prima della fine dell’anno dalla Banda dell’Inghilterra, mentre il discorso si è spostato su un potenziale aumento dello 0,50% dalla Reserve Bank della Nuova Zelanda a novembre.
Stacco cedola per 4 blue chip milanesi
A Milano oggi tiene banco lo stacco cedola per Intesa Sanpaolo (0,0996 euro per azione), così come quelli di Generali (0,46 euro per azione), Banca Mediolanum (0,75333 euro) e Unipol (0,28 euro per azione).
Intesa Sanpaolo paga proprio lo stacco cedola e segna -2,5% in area 2,50 euro ritracciando dai massimi dal 2018 a cui aveva chiuso venerdì. Peggio fanno Banca Mediolanum (-5,3%) e Unipol (-4,1%) sempre per effetto cedola.
Tra i segni più spicca invece ENI (+0,52% a 12,27 euro). Bene anche il duo Banco BPM (+1,09%) e Bper (+0,79%).
Rialzo frazionale infine per Telecom Italia (+0,03% a 0,337 euro). Secondo Luigi Gubitosi, ceo della maggiore tlc italiana, le azioni sono sottovalutate tenendo contro della valutazione dell’azienda come somma delle parti.
Test trimestrali per Netflix e Tesla
Questa settimana a Wall Street continueranno a tenere banco i risultati trimestrali. Domani sono attesi i numeri di Johnson & Johnson, Labomar, Manpowergroup, Netflix, Philip Morris, Procter & Gamble e United Airlines Holdings. Mercoledì quelli di Abbott Laboratories, Finlogic, Nasdaq, Netgear, Relatech e Tesla. Giovedì sarà il turno di American Airlines, At&T, Intel e, infine, venerdì American Express e Honeywell International.