Piazza Affari non si ferma, settimana d’oro per ENI e Fineco
Piazza Affari chiude in bellezza una settimana intonata al rialzo che ha riportato la Borsa milanese nei pressi dei massimi pluriennali. L’indice Ftse Mib segna a fine giornata +0,81% a 26.489 punti, a meno di 200 pti dai massimi a 13 anni toccati lo scorso 13 agosto. Dopo i risultati trimestrali migliori del previsto diffusi ieri da Morgan Stanley, Bank of America e Citigroup, oggi una ulteriore sponda al sentiment positivo è arrivata dalle indiscrezioni circa la mossa del governo cinese di chiedere alle principali banche di accelerare nel processo di approvazione dei mutui per offrire un sostegno al comparto immobiliare residenziale in un contesto in cui aumentano le attese per un taglio del tasso di reserva obbligatoria (RRR) da parte della PBoC.
Si conferma anche oggi la corsa al rialzo del petrolio con WTI oltre quota 82$ sui massimi dal 2014 grazie al mix di segnali crescenti di domanda robusta e offerta più ridotta nei prossimi mesi. La nuova salita dei prezzi del petrolio sostiene il titolo Eni che chiude a +1,9% a 12,208 euro. Ancora meglio fa Tenaris con +3,14%.
A Piazza Affari spicca oggi il rally di CNH con +3,37%. Bene anche Stellantis (+1,05%) nonostante i dati sulle immatricolazioni auto in Europa a settembre vedano il gruppo fare peggio del mercato con un pesante -30,4% rispetto al -25,2% del mercato auto in generale.
Nuovi massimi storici per Finecobank (+1,34% a 16,62 euro).
Tra le banche, continua il momento positivo di Banco BPM (+0,96%) che trova sponda nei rumor circa l’intenzione del Tesoro di prorogare di altri sei mesi la scadenza degli incentivi fiscali lanciati per favorire le operazioni di M&A.
Rialzo nell’ordine del 2,04% per Intesa Sanpaolo che arriva a 2,575 euro, livello che non toccava in chiusra dal giugno 2018. Intesa lunedì 18 ottobre staccherà una corposa cedola di 0,0996 euro per azione in virtù della distribuzione di parte della riserva straordinaria a valere sui risultati 2020.
Infine, rimbalza solo dello 0,87% Leonardo (ieri scesa di oltre il 7%) che si dichiara parte lesa per quanto concerne i difetti riscontrati in componenti del Boeing B787. Il gruppo guidato da Alessandro Profumo ha precisato inoltre che il subfornitore Manufacturing Processes Specification S.r.l., sotto indagine da parte della magistratura e già da tempo non più fornitore di Leonardo, non ha fornito componenti in titanio per programmi Airbus.