Piazza Affari resiste a +0,15% nonostante crollo Tim
Seduta poco mossa per le borse del Vecchio Continente, compresa Piazza Affari. Il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,15% a 27.933 punti, con acquisti in particolare su Mps (+3,8%) e le utilities Hera (+2,6%) e A2A (+2,45%).
Crolla Telecom Italia (-8,3%) dopo la presentazione delle offerte non vincolanti da parte del consorzio Cdp-Macquarie e di KKR, che risulterebbero ben inferiori alle richieste di Vivendi. In calo anche Saipem (-2,5%) e Stm (-2,1%), quest’ultima dopo le indicazioni di Asml sulla domanda in concomitanza con i conti.
In lieve ribasso Wall Street, con Morgan Stanley sotto la parità dopo aver segnalato un calo del 20% dell’utile netto a causa di un rallentamento dell’investment banking.
Netflix perde il 4% a causa della crescita degli abbonati e delle prospettive sui ricavi sotto le attese. Negativa anche Tesla (-2%) dopo aver nuovamente tagliato i prezzi dei veicoli, prima dei risultati in uscita stasera. Per quanto riguarda il comparto creditizio, Western Alliance Bancorp balza del 15% in scia agli utili sopra le aspettative e alla ripresa dei depositi dopo le turbolenze innescate dai fallimenti delle banche regionali.
Questa sera la Fed pubblicherà il Beige Book, che potrebbe far luce sull’impatto dei dissesti finanziari sulle prospettive economiche. In giornata, l’inflazione della zona euro si è confermata al 6,9%, con il dato core al 5,7%. Nel Regno Unito, invece, i prezzi al consumo hanno rallentato meno delle attese, al 10,1%, mettendo ulteriore pressione alla BoE.
Sull’obbligazionario, spread Btp-Bund poco mosso a 184 bp, con il decennale italiano in lieve rialzo al 4,35%. L’euro/dollaro staziona a 1,096 mentre il petrolio (Brent) scivola sotto gli 84 dollari al barile, per la preoccupazione che il rallentamento della crescita economica dovuto a politiche più restrittive possa rallentare ulteriormente la ripresa già irregolare della domanda.