Debito pubblico ancora in forte crescita: macigno di oltre 104mila euro a famiglia
Non si arresta la crescita del debito pubblico. Nel mese di luglio il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 29,7 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.725,9 miliardi. Lo rivela Bankitalia secondo cui l’incremento è dovuto all’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (36,3 miliardi, a 120,8), che ha più che compensato l’avanzo di cassa delle Amministrazioni pubbliche (7,1 miliardi); l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio complessivamente ha aumentato il debito per 0,4 miliardi.
Nuovo record storico del debito pubblico. Si tratta di oltre 104 mila euro di debito a famiglia, 104 mila e 398 euro per la precisione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Anche calcolando il debito ad italiano, si raggiunge un nuovo traguardo, pari a 46 mila e 145 euro, un valore superiore a ogni precedente. Prima o poi questo debito dovrà essere ridotto, finita la pandemia. Ci domandiamo a chi saranno chiesti i soldi. Seriamo non si soliti lavoratori dipendenti” conclude Dona.
Debito pubblico ed entrate tributarie
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 30,0 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,3 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto stabile. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è stata pari al 23,4 per cento (0,4 punti percentuali in più rispetto al mese precedente); la vita media residua è lievemente diminuita, a 7,4 anni.
A luglio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 48,4 miliardi, in aumento del 10,5 per cento (4,6 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2020. Nei primi sette mesi del 2021 le entrate tributarie sono state pari a 243,2 miliardi, in aumento del 13,8 per cento (29,5 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Oltre al più favorevole quadro macroeconomico, questo aumento riflette l’effetto di alcuni fattori straordinari tra i quali la revisione delle scadenze per il versamento di alcune imposte disposta nel 2020.