Dl Lavoro, taglio cuneo fiscale: più soldi in busta paga. I dettagli
Dl Lavoro 1° maggio e cuneo fiscale: cosa succede ora
Nel corso della giornata del 1° maggio 2023 il Consiglio dei Ministri ha provveduto ad approvare alcune misure per il lavoro, tra le quali il taglio del cuneo fiscale, che si tradurrà in aumenti fino a 100 euro direttamente in busta paga.
Oltre al taglio delle tasse, la misura comporta importanti incentivi per sostenere le nuove assunzioni.
Il fatto che il Consiglio dei Ministri si sia riunito nel corso della Festa dei Lavoratori costituisce un gesto simbolico: ha voluto essere una prova concreta e reale dell’impegno dell’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che ha voluto destinare delle risorse per il mondo del lavoro, che andranno a beneficio dei redditi più bassi.
Piena soddisfazione è arrivata da Matteo Salvini, vicepresidente del CdM e Ministro delle Infrastrutture, il quale ha sottolineato che “dalla sinistra e dai sindacati del NO le solite polemiche e i soliti cortei (con fantocci, insulti e bandiere bruciate), dalla Lega e dal centrodestra al governo taglio di tasse e aumento degli stipendi per milioni di lavoratrici e lavoratori”.
Fonti della Lega fanno trapelare “grande soddisfazione”. Per Marina Calderone, ministro del Lavoro, il decreto “delinea un percorso che deve consentirci di accompagnare chi ha bisogno e voglia di lavorare”.
Dl Lavoro, arrivano più soldi in busta paga
Grazie al taglio dei contributi previdenziali – che in alcuni casi può arrivare al 7% – i lavoratori dipendenti potranno beneficiare di una serie di aumenti compresi tra gli 80 e i 100 euro direttamente in busta paga, fino al mese di dicembre.
All’interno della bozza del decreto legge, infatti, è riportato che, per quanto riguarda i periodi di paga compresi tra il 1° luglio 2023 ed il 30 novembre 2023 l’esonero stabilito dal primo periodo in due punti percentuali è stato elevato a sei punti percentuali, “fermi restando l’ulteriore incremento di un punto percentuale dell’esonero disciplinato dal medesimo primo periodo e quanto previsto dal secondo periodo”.
Cosa significa tutto questo?
In estrema sintesi lo sconto dei contributi previdenziali sarà elevato a 6 punti percentuali per i redditi fini a 35.000 euro e a 7 punti percentuali per quelli fino a 25.000 euro.
Marina Calderone, Ministro del Lavoro, ha sottolineato che “si deve tenere in considerazione che nel giro pochi mesi si interviene con una misura a sostegno delle famiglie e il governo era già intervenuto in manovra. Intervenire vuol dire che è necessario dare sostegno alle famiglie, tutto ciò che si fa a vantaggio dei lavoratori“.
Dal 1° gennaio 2024, inoltre, è previsto il debutto dell’Assegno di Inclusione, che ha lo scopo di andare a contrastare la povertà e favorire i percorsi di inserimento sociale e di politica attiva del lavoro.
Per il 2024 è prevista una spesa pari a 5.472,7 milioni di euro, destinata a lievitare a 5.695 milioni nel 2025 per giungere, nel 2033, a 6.434,1 milioni di euro. L’Assegno di inclusione sostituirà il reddito di cittadinanza.
Previsti gli incentivi per le assunzioni
Il Dl Lavoro contiene anche una misura atta a sostenere l’occupazione giovanile:
a beneficiarne saranno i Neet, i giovani fino a 29 anni, che al momento non risultano essere occupati o inseriti in qualsivoglia percorso di formazione o di istruzione.
Per le nuove assunzioni, che partiranno dal 1° giugno e fino alla fine dell’anno, è previsto un incentivo pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.
Sale a 3.000 euro, invece, il tetto dei fringe benefit detassati: la misura è riservata ai lavoratori dipendenti con figli a carico.
È possibile beneficiarne per il periodo d’imposta 2023: non andranno a formare reddito i beni ceduti ed i servizi prestati ai lavoratori dipendenti, ma anche le somme erogate o rimborsate direttamente dai datori di lavoro per pagare le bollette di luce, acqua e gas.
L’importo massimo, esentasse, è di 3.000 euro.