Btp, non si scommette più contro i Titoli di Stato italiani
BTP: fine degli attacchi short?
In Italia la situazione finanziaria risulta essere migliore rispetto a quella registrata nel corso del 2022, quando l’inflazione e l’aumento dei costi energetici avevano prestato il fianco a timori e risvolti poco allegri e rosei.
Il cambio di passo dell’economia nostrana è arrivato: a sancirlo è stato un report predisposto direttamente dalla Banca d’Italia, che ha messo in evidenza come sia stata raggiunta una stabilità finanziaria solida, ma soprattutto leggermente migliore rispetto a quella registrata nel corso del 2022.
Ma perché la situazione finanziaria risulta essere migliore?
Le famiglie italiane, ora come ora, sono meno indebitate rispetto alla media dell’Unione europea.
Per quanto riguarda le imprese nostrane, queste riescono a mantenere una qualità del credito su livelli sufficientemente alti.
Buone notizie anche per quanto riguarda le banche, che sono in una situazione nel complesso particolarmente buona:
si dimostrano, infatti, particolarmente forti di fronte alla crisi geopolitica scatenata dalla guerra in Ucraina e dal fallimento della banca statunitense Silicon Valley Bank.
Di particolare interesse c’è anche quanto sta avvenendo con i titoli di Stato italiani: i fondi speculativi hanno smesso di scommetterci contro.
Nel 2022, il Governo di centro destra, che almeno all’apparenza sembrava essere ostile nei confronti dell’Unione europea, ma soprattutto la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas, avevano fatto scattare verso l’alto gli investimenti in questo senso.
Quest’anno, invece, è stata registrata una radicale inversione di tendenza. Ma cerchiamo di scoprire cosa sia accaduto.
Titoli di Stato italiani: non si scommette contro
Sicuramente una delle notizie più interessanti è che i titoli di Stato italiani non sono più nel mirino dei fondi speculativi, che fino a questo momento avevano scommesso contro il crollo dell’economia dell’Italia.
Nell’ultima parte del 2022, le scommesse in questo senso avevano raggiunto numeri record, tanto da arrivare alla quota record di 46 miliardi di euro.
A preoccupare gli investitori era principalmente la forte dipendenza del nostro paese dal gas estero.
Su questa forte dipendenza pesava anche l’aumento dei costi energetici. A non soddisfare gli investitori era stata anche l’elezione, a capo del governo, di Giorgia Meloni, che in un primo momento sembrava essere a capo di un governo ostile all’Unione europea.
Il Financial Times ha messo in evidenza che, almeno in questa prima parte dell’anno, le scommesse contro i Titoli di Stato sono letteralmente crollate.
Solo per avere un’idea di quanto stia accadendo, basti pensare che il valore complessivo dei titoli obbligazionari in mano a quanti scommettevano su un calo è letteralmente crollato del 40% nel corso dell’ultimo mese.
I motivi di questa inversione di tendenza
Quali sono i motivi che hanno portato a questa radicale inversione di tendenza?
Senza dubbio a condizionare il cambio di opinione è il calo del prezzo del gas, ma soprattutto di un inverno più mite rispetto alle attese, che non ha impattato in maniera massacrante sulle tasche delle famiglie italiane.
Non è arrivato, alla fine, lo scontro con Bruxelles da parte del governo Meloni.
Le previsioni in questo senso si sono rivelate essere completamente sbagliate.
Il nuovo governo è risultato essere più calmo di quanto si prevedesse nei rapporti con l’Unione europea, arrivando ad avere, addirittura, un dialogo costruttivo anche per quanto riguarda la politica fiscale.
Questo comportamento del governo Meloni ha contribuito a mantenere lo spread BTP-Bund, almeno in questa prima parte del 2023, su livelli leggermente più contenuti rispetto al 2022.
L’aumento si aggira intorno a 1,2 e 2 punti percentuali, in calo rispetto agli oltre 2,5 punti che erano stati raggiunti nel corso dell’autunno 2022.
Senza dubbio a pesare positivamente sulla scelta di non scommettere contro l’Italia ci sono state anche le previsioni sul Pil dell’Italia, che nel corso del 2023 dovrebbe crescere più del resto dell’Eurozona.
Sono diversi i fattori che hanno fatto sì che gli investitori e gli speculatori cambiassero idea. E che sembrerebbero dimostrare che in Italia ci sia un’economia solida ed in crescita.