Tari, stangata in arrivo. Ecco dove potrebbe aumentare
Alert Tari, stangata in arrivo. Ecco dove
La Tari è destinata a crescere nel 2023.
Non importa che si viva in un piccolo comune o in uno grande: la tassa per smaltire i rifiuti è destinata a lievitare nel corso dei prossimi mesi.
Continua a crescere, infatti, il numero dei Comuni che hanno deciso di rivedere verso l’alto il costo della Tari.
A Napoli, ad esempio, i contribuenti sono destinati ad andare incontro a costi più alti del 20%.
L’aumento, però, potrebbe abbattersi sulle tasche dei consumatori solo e soltanto nel corso dell’ultima rata del prossimo anno.
Ad annunciare questo pesante aumento è stato Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio del Comune di Napoli.
Tari, un nuovo salasso per le famiglie
A Napoli la Tari arriverà a costare il 20% in più.
Nelle altre città, anche se non si registrano aumenti monstre come questo, il costo della tassa sui rifiuti è comunque destinato ad aumentare.
A Perugia l’aumento della Tari per le utenze domestiche si attesterà su un +4,2%, mentre per quelle non domestiche si aggirerà intorno ad un +4,7%: gli aumenti sono stati deliberati dalla giunta nel corso della scorsa settimana.
Nel corso del 2022 Perugia aveva incassato qualcosa come 48,9 milioni di euro, da quest’anno potrà mettere le mani su qualcosa come 49,9 milioni di euro: un milione in più. Anche il Comune di Torino ha deliberato un aumento: la Tari lieviterà dell’1,20%.
Padova aveva già ritoccato la Tari nel 2022: l’aumento era stato del 7%. Questo però non è bastato: nel 2023 arriverà un ulteriore incremento del 3,63% per le utenze domestiche e del 2,89% per quelle non domestiche.
Anche Ancona ha rivisto verso l’alto la tassa sui rifiuti: si dovrà pagare lo 0,6% in più.
Tra i comuni più piccoli segnaliamo un rincaro del 3% a Castel Maggiore (Bologna).
Controcorrente la Capitale: a Roma, infatti, nel 2022 le tariffe sono state riviste al ribasso: -4% le utenze domestiche e -6,5% quelle non domestiche.
In questo caso le famiglie hanno beneficiato della lotta all’evasione fiscale.
Il Comune ha stimato di aver recuperato grosso modo la metà della Tari evasa.
In questo caso è probabile che la tassa possa rimanere inalterata, almeno fino a quando non venga completato il termovalorizzatore che, secondo le previsioni di Roberto Gualtieri, dovrebbe portare ad un’importante riduzione delle aliquote: -20%.
Una riduzione dovrebbe arrivare anche Milano, dove è prevista una Tari più leggera per le utenze domestiche, che potrebbero arrivare a pagare il 3,6% in meno.
Mezzogiorno: la stangata più violenta
È nel Sud Italia che si andrà a registrare la stangata più violenta.
A segnalarlo è Ivana Veronese, segretario confederale Uil che, intervistata da Il Messaggero, ha sottolineato come la Tari pesi principalmente sul bilancio delle famiglie del Centro-Sud: ben nove delle prime dieci città dove la Tari è più alta sono ubicate in quest’area del Paese.
La tassa sui rifiuti risulta essere più alta proprio nei luoghi in cui il servizio risulta essere meno efficiente.
Secondo la Uil, Tra il 2017 e il 2021, ovvero in cinque anni, la tassa sui rifiuti è aumentata in media del 6,7%, mentre nell’ultimo anno l’aumento è pari all’ 1,2% rispetto al 2020.
In valori assoluti, nel 2021 – spiega Ivana Veronese – il costo maggiore si registra ad Agrigento con 488 euro medi l’anno a famiglia; a Crotone si versano 476 euro; a Pisa 474 euro; a Siracusa e Benevento 472 euro; a Brindisi 466 euro; a Trapani 465 euro; a Reggio Calabria 461 euro; a Salerno 455 euro e a Messina 450 euro. Si paga decisamente meno a Potenza, 141 euro l’anno a famiglia; a Novara e Trento 167 euro; a Belluno 176 euro; a Macerata 182 euro; a Brescia 184 euro; ad Ascoli Piceno 188 euro; a Fermo 191 euro; a Vercelli 193 euro e a Pordenone 194 euro.