Riforma pensioni e governo Meloni. Obiettivo disinnescare bombe sociali
Riforma pensioni e governo Meloni. Sistema contributivo, disinnescare pericolo bomba sociale
Quali sono le aspettative intorno alla riforma delle pensioni?
L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha in programma di mettere mano alla normativa previdenziale con un intento ben preciso: non guardare solo e soltanto al breve periodo, ma individuare soluzioni che possano essere adottate per l’accesso alla pensione anche dopo il 2024.
L’intenzione, in estrema sintesi, è quella di andare a disinnescare le eventuali ed ipotetiche bombe sociali che potrebbero scoppiare nel momento in cui si dovesse decidere di passare esclusivamente al sistema contributivo.
Se da un punto di vista della riforma delle pensioni, almeno per il momento, i discorsi sembrano essere ancora in alto mare, per quanto riguarda il passaggio al sistema contributivo sembra che siano state già adottate alcune soluzioni da parte del Governo Meloni, per tentare di tutelare le pensioni del futuro.
Pensioni, i problemi da affrontare
Il mondo delle pensioni ha un problema noto ormai da tempo: i lavoratori che dovessero passare integralmente al sistema contributivo (stiamo parlando di chi ha iniziato a lavorare prima del 1996), potrebbero trovarsi nella situazione di andare in pensione sempre più tardi e con un assegno previdenziale completamente inadeguato.
L’esecutivo ha intenzione di evitare che questo scenario possa concretizzarsi:
il rischio, infatti, è quello dello scoppio di una vera e propria bomba sociale.
Per evitare di dover affrontare questo problema il Governo Meloni dovrà prendere alcune soluzioni che non risultano essere semplici da adottare.
In questo momento l’esecutivo avrebbe allo studio almeno un paio di soluzioni, che potrebbero completamente risolvere questa impasse: una delle più importanti sarebbe di spingere le adesioni ai fondi per la pensione complementare.
Oggi come oggi, infatti, i lavoratori che avranno una pensione calcolata esclusivamente attraverso il sistema contributivo hanno un unico modo per potersi assicurare un assegno dignitoso: aggiungere una seconda pensione integrativa, che possa essere ottenuta attraverso un fondo complementare al quale il diretto interessato ha deciso di aderire.
Il Governo starebbe elaborando un piano particolareggiato, attraverso il quale incentivare più lavoratori possibili ad iscriversi a fondi per la pensione complementare.
Stando ai dati che stanno circolando nel corso delle ultime settimane, sembrerebbe che il rilancio della previdenza complementare sia ancora particolarmente lontano:
l’età media degli iscritti, nell’ultimo periodo, è addirittura aumentata, invece che scendere: si è passati da 46,1 a 47 anni nel corso dell’ultimo quinquennio.
Il riscatto agevolato della laurea
Uno dei temi sui quali si sta ragionando nel corso degli ultimi anni è quello di andare a valorizzare gratuitamente gli anni di studio universitario per la pensione.
Purtroppo il riscatto gratuito della laurea non sembra essere di semplice attuazione:
alcune stime prevedono che il costo potrebbe aggirarsi intorno ai quattro miliardi di euro ogni anno. Un esborso che il governo non potrebbe permettersi.
Il Governo, comunque, avrebbe intenzione di puntare a rendere meno costoso e più semplice il riscatto della laurea.
Per il momento non è ancora chiaro come potrebbe essere centrato questo obiettivo:
quello che è sicuro, comunque, è che il governo ha intenzione di lavorare per far in modo che la riforma delle pensioni possa essere utile per agevolare l’accesso a quanti siano prossimi al pensionamento.
Ma soprattutto l’intenzione è quella di mettere al sicuro i giovani che rischiano di pagare di tasca propria il passaggio integrale al sistema contributivo.