Fondi immobiliari in Italia: il mercato si conferma resiliente. L’outlook 2023
Fondi immobiliari italiani: qual è il trend? Si parla di cauto ottimismo
Fondi immobiliari in Italia: come vanno le cose?
Il mondo del real estate sta mostrando una notevole resilienza: potrebbe essere sintetizzato in questo modo il giudizio su questo segmento di mercato.
Il 2023 è stato caratterizzato da una forte crisi economica, ma il risparmio che deriva dalla gestione degli immobili attraverso fondi o Reits non sembra aver registrato delle pesanti ripercussioni.
Anzi, i timori legati al caro energia o alle varie difficoltà in ambito politico hanno fatto sì che molti risparmiatori decidessero di puntare in maniera più decisa sul mattone.
Ovviamente solo e soltanto quando questi investimenti risultano essere ben gestiti e, soprattutto, in grado di generare una vera e propria rendita.
Volendo dare un’occhiata a cosa accade nel mondo dei fondi quotati, non quotati e Reits, si può notare come gli investimenti in questo segmento stiano continuando a crescere.
Alla fine del 2022 è stata raggiunta quota 4.450 miliardi di euro, in crescita del 195% rispetto al 2021.
Questo significa, in altre parole, che l’industria dei patrimoni immobiliari gestiti ha confermato il proprio vigore, anche se è continuata a rimanere una certa prudenza di fondo.
Questi, in estrema sintesi, sono i dati emersi dal 42esimo Rapporto 2023 su “I Fondi immobiliari in Italia e all’estero”, che è stato realizzato da Scenari Immobiliari, in collaborazione con lo Studio Casadei, che ne ha curato la parte di analisi finanziaria.
Il comparto tiene bene anche in Europa
Il comparto immobiliare ha tenuto bene anche in Europa.
Complessivamente il patrimonio, nel 2022, ammonta a 1.530 miliardi di euro – è costituito da 1.895 fondi e 270 Reits – e risulta essere in crescita di oltre sette punti percentuali.
Negli ultimi anni si è rafforzato il trend di crescita: nel 2022 il peso dei veicoli in Europa sul patrimonio totale nel mondo ha raggiunto il 35%.
Nel vecchio continente il fatturato è cresciuto del 3,5%.
La crescita maggiore è stata registrata in Germania, Inghilterra ed Italia, dove la variazione ha sfondato il muro del 10%, rendendo questi paesi i protagonisti della crescita.
In Italia il patrimonio detenuto attraverso un fondo – nel 2022 ne erano attivi 615 – è pari a 123 miliardi di euro. L’incremento, rispetto al 2021, è stato pari al 13%.
Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, ha spiegato che il settore immobiliare sta dimostrando una notevole resilienza di fronte alla difficile situazione politico-economica che caratterizza questo momento storico.
Nonostante il timore per l’avvento di una crisi, il settore dei fondi immobiliari continua ad essere resiliente ed attrattivo per gli investitori italiani.
Anche durante il Covid la tenuta dei canoni e dei valori è stata buona e non si sono verificati i problemi visti negli States – spiega Breglia -. Lo smart working continua a essere marginale. Le nuove esigenze lavorative del terziario mostrano l’inadeguatezza di ampia parte del nostro patrimonio terziario e come ci sia bisogno di progetti nuovi non solo di costruzione ma anche di progettazione e gestione.
I fondi immobiliari in Italia
Dal 42esimo Rapporto di Scenari Immobiliari emerge che il comparto dei fondi immobiliari italiani continua a crescere in modo sostenuto.
Il suo peso sul resto dei veicoli europei ammonta ad oltre l’11%.
A fine 2022 il Nav ha raggiunto 105 miliardi di euro, registrando un incremento pari al 10,2% rispetto al 2021.
Le previsioni per il 2023 confermano un ulteriore incremento del Nav del 4,8% e del patrimonio per un buon 6%. Il numero dei veicoli potrebbe riuscire a sfiorare le 635 unità.
Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, ha messo in evidenza che con il rapporto appena presentato è stata registrata una variazione del peso dei vari comparti a livello di asset allocation del patrimonio gestito italiano, con una crescita del residenziale, della logistica, degli uffici e del commerciale.
“Dalle indicazioni che abbiamo raccolto tra le Sgr che hanno partecipato alla realizzazione dello studio, emerge che le prospettive per il 2023 si orientano verso un cauto ottimismo, con incremento delle masse gestite e diversificazione dei portafogli rispetto alla composizione attuale – spiega Francesca Zirnstein -. A livello di fatturato complessivo delle Sgr italiane, siamo intorno a un valore di oltre quattrocento milioni di euro nel 2022, con circa 1.100 addetti, mentre il valore del patrimonio medio per le società di gestione è di circa 1,9 miliardi di euro. Nell’ambito delle acquisizioni risulta in crescita l’interesse per il residenziale, a più 4,6 per cento, il retail, a più tre per cento, e gli uffici, aumentati di 10 punti percentuali”.