Nostalgia delle lire? Con queste monete avete in casa un vero tesoro
Il tesoro nascosto delle lire italiane. Ecco quanti soldi potete fare se le avete conservate
A chi mancano le vecchie lire italiane? Con l’introduzione dell’euro, la lira italiana ormai fa parte della storia. Probabilmente, alcuni di noi avranno comunque conservato qualche lira, che si tratti di monete e banconote.
La buona notizia è che queste lire potrebbero rivelarsi un vero e proprio tesoro dimenticato in soffitta.
Alcune monete, in particolare, che un tempo erano di uso comune, oggi come oggi, sono diventate veri e propri pezzi da collezione.
Tra queste monete, sicuramente, una posizione d’onore è detenuta dalle seguenti lire: 1, 2,5 e 10 lire del 1947.
Oggi come oggi sono diventate, infatti, rarissime.
Ma attenzione, l’arte della numismatica segue regole ben precise.
Perché le monete diventino un vero e proprio pezzo da collezione – con una valutazione relativamente alta – è necessario dare un’occhiata alla lucentezza e al materiale con cui sono state prodotte.
Le monete, un tesoro nascosto in casa
Anche le monete, quelle con la pezzatura più piccola, possono avere un loro mercato tra i collezionisti.
L’ultima asta numismatica, che è stata firmata da Bolaffi, è riuscita ad incassare qualcosa come 4,7 milioni di euro.
Giusto per avere un’idea del valore di questo mercato, basti pensare che a Torino, nel periodo compreso tra il 7 ed il 9 giugno 2023, sono state vendute monete estremamente rare.
Sicuramente tra i pezzi più ricercati c’erano quelli da 1, 2, 5 e 10 lire che sono state coniate dalla Zecca romana per mano dello scultore Giuseppe Romagnoli di Bologna.
Ne sono stati presentati almeno 2.000 lotti.
Complessivamente, per acquistare queste monete sono stati spesi qualcosa come 4.400 euro.
Quanti hanno la fortuna di avere in casa questi esemplari potranno effettuare una vera e propria valutazione.
È bene sottolineare, comunque, che le monete che sono state vendute per la cifra che abbiamo appena citato erano fiori di conio – o FDC – che è un termine utilizzato dagli esperti per la loro classificazione.
Ad essere definite fior di conio sono principalmente le monete contemporanee: ai fini del collezionismo indicano il più alto grado di conservazione.
Cosa significa tutto questo? Molto semplicemente una moneta FDC non presenta alcun segno di circolazione, ma soprattutto conserva quasi intatta la propria lucentezza originale.
È bene, infatti, valutare lo stato di conservazione delle monete che si hanno in mano.
La stessa moneta, infatti, può essere valutata come “Splendida” e può valere fino a 7.500 euro, mentre se rientra nella categoria “Bellissima“, la sua quotazione potrebbe scendere fino a 5.000 euro.
I lotti che sono stati pagati di più
I lotti migliori – denominati anche come “top lot” – sono stati venduti per una cifra pari a 102.000 euro.
Questo importo ha letteralmente raddoppiato la base di partenza originale.
Tra i gioielli che sono stati messi in vendita c’è la raccolta denominata E.S., che è stata composta tra il 1960 ed il 1980, che include anche alcuni gioielli come le 80 lire di Carlo Felice del 1831, vendute a 61.000 euro.
Altro piccolo tesoro, invece, è lo Scudo della Croce in oro da 10 zecchini, con la firma di Alvise III Mocenigo, venduto all’asta per 44.000 euro.
Tra le monete più preziose, sicuramente troviamo le 100 lire del 1864, che sono state vendute per 51.200 euro e il Doppio Ducato di Guglielmo il Paleologo, che è stato pagato 33.000 euro.
Nel mercato numismatico sono presenti monete più recenti che, data la loro rarità, hanno un valore particolarmente alto.
Tra queste rientrano le famose Caravelle, veri e propri tesoretti da 500 lire – conosciute come 500 lire Caravelle – che possono arrivare ad essere quotate fino a 12.000 euro.
Per poter arrivare ad ottenere questa quotazione, però, la moneta deve essere stata coniata nel 1957, ed essere stata conservata fino a oggi in buone condizioni.