Bce e banche, tassi depositi e conti correnti: perchè Francia batte Italia
Rialzi tassi Bce, in Italia i rendimenti dei depositi presso le banche sono tuttora da zero virgola. L’esempio della Francia
In Italia, le banche si sono sempre fatte parte attiva nel seguire passo a passo le indicazioni della Bce (Banca Centrale Europea).
Da quando la Bce di Christine Lagarde ha iniziato ad alzare i tassi sui depositi per contrastare l’inflazione, le banche italiane hanno adeguato, altrettanto velocemente, i tassi che sono stati applicati ai mutui ed ai prestiti concessi alle famiglie e alle imprese.
Discorso diverso, invece, è quanto accade con i conti correnti, dove i tassi continuano a rimanere bassi.
Questo avviene un po’ ovunque, tranne che in Francia, dove esiste un sistema che punta a garantire gli interessi sui depositi dei risparmiatori. Ma vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo.
Il rialzo dei tassi della Bce
Christine Lagarde, presidente della Bce, nel corso di un’intervista rilasciata al TG! ha ribadito che l’unico strumento per contrastare ed affrontare l’inflazione troppo alta è quello di agire direttamente sui tassi d’interesse.
Una scelta che si sta dimostrando particolarmente pesante per le famiglie e le aziende, che sono alle prese con il pagamento dei mutui o dei vari prestiti.
Se i tassi aumentano, però, anche i depositi ed i risparmi delle famiglie e delle imprese dovrebbero essere remunerati di più.
Ad aver abbracciato questa idea è anche il governo guidato da Giorgia Meloni, che ha invitato direttamente le banche ad intraprendere questa strada, aumentando la remunerazione.
Fino ad oggi qualche piccolo passo avanti c’è stato, ma siamo ancora in alto mare.
I risparmiatori hanno pur sempre la possibilità di spostare il proprio conto corrente presso un’altra banca, che possa garantire una remunerazione più generosa sui risparmi e un maggior risparmio su altre spese.
Fatto sta che, per i risparmiatori che hanno intenzione di continuare a mantenere il denaro liquido sul conto corrente o sui depositi, gli interessi medi sfiorano appena lo 0,5%, stando, almeno, ad un recente report di Fabi,il sindacato dei bancari.
Cosa succede in Francia
Di cosa avrebbe bisogno l’Italia per garantire alle famiglie una maggiore tutela dei loro risparmi?
Servirebbe uno strumento di facile utilizzo, come quello di cui possono fruire i francesi, che fosse in grado di collegare meglio il risparmio all’evoluzione dell’economia reale.
Ci sono alcuni depositi in Francia che hanno questa caratteristica. Il tipico esempio è il Livret A, che è posseduto dall’85% dei cittadini francesi.
Stiamo parlando di 55 milioni di persone, per un importo totale pari a 384,7 miliardi di euro.
Il Livret A è un prodotto finanziario che viene offerto dalle banche francesi.
È stato istituito nel 1818 da re Luigi XVIII per ripagare i debiti contratti durante le guerre napoleoniche.
Parte dei fondi vengono ora trasferiti e reinvestiti dalla Caisse des dépôts et consignations, di proprietà dello Stato francese, per costruire, ad esempio, alloggi sociali e ripagare il debito dell’Eurozona.
I fondi rimanenti vengono utilizzati dalle banche per concedere prestiti alle piccole e medie imprese francesi.
Il prodotto funge da conto di risparmio per cittadini e residenti francesi e le rendite annuali non sono tassate.
Il rendimento garantito dal mese di febbraio 2023 è passato al 3% esentasse.
Oggi il Livret A, che può essere fornito da ogni banca, fa sì che il rendimento di 10.000 euro depositati in un anno arrivi a 300 euro.
L’inflazione, nell’Unione europea, è ancora al 6,1%: detto questo, il 3% di rendimento risulta essere sempre meglio dello 0,001% che viene offerto in Italia da strumenti analoghi, come i libretti bancari e postali ordinari, a cui vanno aggiunte la ritenuta del 26% sugli interessi e l’imposta di bollo annuale di 34,20 euro se si superano i 5.000 di deposito.