Caro mutui, banche collaborino. L’appello di Giorgetti mentre è incubo tassi
Caro mutui e alert stretta creditizia con boom tassi, Giorgetti chiama a rapporto le banche
Le banche devono iniziare a collaborare sui mutui. È questa in estrema sintesi la posizione di Giancarlo Giorgetti, Ministero dell’Economia, all’uscita dell’incontro con il comitato esecutivo dell’Abi.
Secondo Giorgetti, infatti, ci sono dei temi sui quali è necessaria la collaborazione di tutti, anche del sistema bancario.
Ora come ora c’è il problema degli interessi sui mutui a tasso variabile, che deve essere affrontato da tutti.
Giorgetti mette in evidenza che il pericolo concreto che si corre è quello di una stretta creditizia.
I timori sono legati principalmente alle conseguenze del nuovo rialzo dei tassi della Bce.
Mutui: il ruolo delle banche
Giancarlo Giorgetti ha preso ufficialmente posizione sui mutui e sugli aumenti delle rate determinate dalle scelte effettuate dalla Bce.
Il Ministro dell’Economia ha spiegato che “ci sono un po’ di temi su cui credo che ci debba essere la collaborazione di tutti e quindi anche del sistema bancario, soprattutto guardando in avanti, quindi c’è il problema degli interessi sui mutui e in particolare quelli a tasso variabile”.
Giorgetti non si è fermato e ha sottolineato le sue preoccupazioni.
“C’è un problema di un pericolo concreto di stretta creditizia in base anche a tutto quello che arriva dal regolatore da sopra e quello che accadrà fino a giugno quando avrà effetto il nuovo rialzo dei tassi Bce. Esiste complessivamente la necessità del sistema bancario di aiutare in questa fase di incertezza e di transizione l’economia italiana e soprattutto l’economia reale“.
Nel corso delle ultime settimane, Giorgetti ha escluso l’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti, chiedendo comunque alle banche di adeguare verso l’altro i tassi sulla raccolta. Lo stesso invito era arrivato anche dalla Bce.
I nuovi rialzi delle tasse
Dopo l’ultimo rialzo dei tassi deciso dalla Bce – un altro 0,25% – il caro mutui non è destinato a fermarsi, anzi continuerà sui nuovi prestiti a tasso fisso, che sono arrivati a costare il 6%.
A prevederlo è la Fabi, la Federazione Autonoma Bancari Italiani, che ha fatto il punto della situazione sui costi che sono a carico delle famiglie che stanno acquistando casa. O che sono alle prese con il pagamento delle somme già concordate.
La Fabi ritiene che, nel corso del 2023, le rate dei nuovi mutui a tasso fisso siano destinate a raddoppiare.
Quelle dei mutui a tasso variabile, invece, dovrebbero salire del 55-65%.
Per un mutuo a tasso fisso a 25 anni dell’importo di 200.000 euro si prevede che il tasso medio applicato possa essere superiore al 6%, mentre la rata mensile sarà pari a 1.304 euro.
Per un prestito da 100.000 a 25 anni, il tasso è al 5,3%, con una rata mensile pari a 609 euro.
Per i vecchi mutui a tasso fisso, invece, non è destinato a cambiare niente.
Le rate dei mutui a tasso variabile, invece, potrebbero subire degli aumenti fino al 70-75%. In altre parole, chi si ritrova a pagare una rata pari a 500 euro al mese, oggi paga 875 euro: 375 euro in più.
A fine marzo 2023 il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava a qualcosa come 425,5 miliardi di euro, registrando una crescita di 50 miliardi di euro – quindi oltre il 17% – rispetto a fine 2017.
Su un totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno sottoscritto un mutuo risultano essere 3,5 milioni.
Complessivamente, ci sono 6,8 milioni di cittadini che sono indebitati con altre forme di finanziamento, tra le quali il credito al consumo ed i prestiti personali.
Complessivamente, tra prestiti personali e credito al consumo, in Italia le banche hanno erogato qualcosa come 251,2 miliardi di euro di prestiti alle famiglie.
I valori risultano essere in linea con quelli di fine 2017, ma sono in rallentamento rispetto alla tendenza che è stata registrata nel corso degli ultimi mesi.