Aumento tasse frena ripresa economica: il sentiment di famiglie e imprese nel post pandemia
Sentimenti contrastanti quelli delle imprese e delle famiglie italiane. La ripresa difatti è frenata dall’incertezza per quasi la metà degli italiani anche se, sul miglioramento delle prospettive economiche del nostro Paese da qui alla fine dell’anno, le imprese sono più ottimiste (42,7%) rispetto alle famiglie (24,3%). Così emerge da un’indagine di Confcommercio, in collaborazione con Metrica Ricerche, sul sentiment di famiglie e imprese sugli ultimi mesi del 2021 da cui risulta che la forte cautela delle famiglie, invece, è confermata non solo dai timori per un possibile calo dei redditi (per l’80% del campione) e dei risparmi (68,5%), ma anche dalle previsioni di spesa negli ultimi mesi dell’anno con una sostanziale stabilità dei consumi di beni e servizi (per il 75,5%) e prudenza per viaggi e vacanze, tempo libero (spettacoli, concerti, stadio) e autoveicoli.
Di tutt’altra previsione invece le imprese che stimano un miglioramento della propria attività (61%) e di un aumento degli investimenti (indicato da 1 impresa su 3), in particolare in innovazione e sostenibilità. Entrambe però, sono concordi nel ritenere l’aumento delle tasse, l’inflazione e la perdita di posti di lavoro i principali ostacoli alla ripresa economica del nostro Paese.
Il sentiment delle famiglie
Quanto alle famiglie, il minore ottimismo rispetto alle imprese sulla ripresa economica risente maggiormente dei giudizi sulla situazione personale: le previsioni dell’andamento di redditi e risparmi, da qui a fine anno, sono ritenute prevalentemente stabili o in calo (i redditi per l’80% del campione, i risparmi per il 68,5%). Le previsioni di aumento sono, infatti, limitate a un quinto delle famiglie per i redditi e a quasi 1 famiglia su 3 per i risparmi. Anche i consumi negli ultimi mesi dell’anno risentiranno di questi timori con prevalenza di stabilità nella spesa per beni e servizi (esclusi gli alimentari) per il 75,5% delle famiglie e sostanziale parità tra chi prevede un aumento (12,3%) e chi un calo (12,2%).
Quanto alle tipologie di acquisti, i maggiori cali riguardano il comparto turistico (viaggi e vacanze), quello del tempo libero (spettacoli, concerti, partite allo stadio) e l’acquisto di auto e moto. Tra i canali di acquisto, online e Gdo si confermano tra le modalità preferite dai consumatori, mentre risultano particolarmente penalizzati gli acquisti nelle grandi catene e nei centri commerciali.